La Stampa.it – Quel pasticciaccio brutto del “capacity” (e come risolverlo)
Articolo di Francesco Ferrante per La Stampa.it – C’è chi vorrebbe che i consumatori italiani pagassero in bolletta gli investimenti sbagliati compiuti dalle società energetiche in passato: lo chiamano “capacity payment”. Ma una soluzione equa, logica e green c’è.
Durante l’esame della legge di stabilità, con un blitz in Senato si è approvato un emendamento (ispirato dall’Autorità per l’energia elettrica e il Gas) che avrebbe voluto togliere soldi alle rinnovabili per darle alle centrali termoelettriche da fossili in grave sofferenza. Manovra che sembra sventata alla Camera. Ma il problema di fondo, che è reale, resta irrisolto.
Oggi in Italia la somma della potenza di centrali termoelettriche e di impianti da fonti rinnovabili è più del doppio di quella necessaria persino nei momenti di massima richiesta, la cosiddetta “punta”. Visto che – come in tutta Europa – l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili gode della priorità di dispacciamento, chi soffre sono le centrali termoelettriche da fonti fossili. Molto spesso restano ferme con il risultato che sono a rischio molti posti di lavoro, ma anche la stessa sicurezza del sistema elettrico che, in questa fase di transizione di esplosione delle rinnovabili, ha comunque bisogno di una “riserva” flessibile, non soggetta a capricci del vento o alle ore di insolazione.
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