Petrolchimico, uranio e discariche – La Via Crucis di Augusta e Lentini

Articolo di Guido Ruotolo – La Stampa

E’ un viaggio nell’inferno dei morti dimenticati. E dei vivi il cui destino è segnato inesorabilmente. È la maledizione del triangolo del Petrolchimico di Augusta-Priolo-Melilli. Qui si ricordano i nomi delle vittime dell’inquinamento nella Via Crucis che si svolge a partire dal 28 febbraio ogni fine mese, sempre nello stesso giorno, nella chiesa dell’Arciprete di Augusta, don Palmiro Presutto.

E si piangono decine di bambini morti a Lentini, per leucemia, contaminati dai veleni dei traffici di rifiuti pericolosi gestiti da Cosa nostra, e provenienti dal Nord, dagli ospedali di Treviso e del Veneto, o dall’uranio impoverito del caccia americano che dalla base di Sigonella si alzò in volo per precipitare subito dopo, nel lontano 1984.
Chissà cosa avrebbe scritto oggi Pippo Fava, che fu ammazzato da Cosa nostra il 5 gennaio del 1984. Negli anni Sessanta su «La Sicilia», e vent’anni dopo su quella rivista che lui stesso fondò, «I Siciliani», scrisse pagine straordinarie: «Tutto il grande sogno della industria siciliana è finito in quelle cento, duecento ciminiere metalliche che sprigionano fuochi velenosi, notte e giorno». E ancora: «Il territorio che cominciava a morire, il mare di piombo senza più pesci, gli esseri umani che cominciavano a morire cinque o sei anni prima di quanto il destino e la costituzione fisica potesse loro consentire».

Fava racconta così la maledizione dell’industria petrolchimica siciliana. Storia di veleni, di inquinamento, di intrighi di Stato (stranieri), di Cosa nostra. Sogni spezzati di un meridionalismo che pensava all’industria per il riscatto del Sud. Scriveva: «Nel 1947 il cavaliere Angelo Moratti non possedeva né l’Inter né la Rasiom ma era egualmente milanese. In realtà non se ne intendeva molto di calcio e di petrolio, ma era già milanese, cioè aveva fin da allora l’istintiva frenesia che hanno i milanesi nella moltiplicazione del denaro».
Moratti comprò a Longliew, Texas, una raffineria. La smontò e la impacchettò su un «Liberty», il piroscafo «Angelo Fassio». E fu così che la Sicilia divenne «la prima potenza industriale petrolchimica nel Mediterraneo. Ecologicamente – scriveva Fava – fu un delitto, politicamente un bluff, storicamente una canagliata».
Sono passati 30 anni da quando Pippo Fava è stato ammazzato. «No. Non è giusto dimenticare – dice don Presutto – Non è accettabile il silenzio che nasconde il senso di vergogna collettiva per quelle morti per l’inquinamento. Sembrava che a un certo punto i funerali fossero diminuiti, poi le tre imprese funebri di Augusta hanno lanciato l’allarme e anche noi, da almeno un anno, monitoravamo la situazione. E così il 28 febbraio scorso ho deciso di dare una scossa. E al posto dell’omelia ho cominciato a leggere i nomi dei morti di tumore. Perché si celebrano le vittime di mafia, i morti di Marcinelle (i minatori italiani uccisi nella miniera belga, ndr) mentre le vittime di cancro e di disperazione nessuno le ricorda?».

Don Presutto ha ripetuto la provocazione un mese dopo, e lo farà anche il 28 aprile, maggio, giugno e così via: «Le madri de Plaza de Majo iniziarono in silenzio, poggiando sul capo un fazzoletto bianco». I morti censiti finora, nei due appuntamenti in chiesa, «sono stati 361, ma la prossima volta ne aggiungeremo altri tre e poi altri quindici»: «Nome, cognome, data di nascita e data della morte, tipo di tumore». I risultati di questo censimento sono sconvolgenti: prima causa di morte, tumore ai polmoni, una percentuale doppia rispetto alle altre patologie.
Da Augusta a Lentini. «Erano le otto di sera dell’11 agosto del 1987. Mia sorella arrivò dalla nostra Acerra, anche se io sono nato ad Afragola. E portò del pane benedetto la mattina nella chiesa di Sant’Antonio. Manuela masticò un po’ di quel pane. La tenevo in braccio, al petto. Dopo 33 giorni di una chemio durissima era debilitata. Si appisolò, poi sentii un rantolo. Era morta».
Vincenzo Laezza ha gli occhi velati. Ispettore di polizia in pensione, racconta l’agonia della sua Manuela, che aveva appena otto anni. «Doveva essere il primo luglio quando prima sulle braccia e poi sulle gambe di Manuela comparvero delle macchie nere. Spalmammo del Lasonil, pensando a delle contusioni ma il giorno dopo quelle macchie si allargarono. La pediatra ci mandò da un ematologo. Il 7 luglio emise il verdetto: “Vostra figlia ha la leucemia mieloide acuta”».
Vincenzo Laezza nel 1991 diede vita all’«Associazione Manuela e Michele» per i bambini leucemici. Michele aveva 9 anni quando fu colpito da «linfoblastica acuta», «morì dopo due anni di martirio» (ricorda il papà di Manuela).

Bisognerebbe ricostruire una memoria collettiva di quello che è accaduto in questo pezzo di Antica Grecia. La tragedia che si è consumata ha fatto rimuovere tragedie e lutti. Il professore Solarino e il pediatra che non c’è più Giacinto Franco negli anni Ottanta provarono a ricostruire quella «memoria collettiva» che rischiava di non tramandarsi più. E cioè fecero emergere la faccia nascosta della medaglia: le malformazioni alla nascita superiori alla media nazionale. E gli aborti, aggiunge don Presutto, che arrivano a numeri impressionanti: «Uno per ogni bambino nato».
Nel Comune sciolto per mafia, Augusta, Marco Stella, l’ex candidato sindaco sconfitto (area centrodestra, e oggi con Fabio Granata, ex Fli, impegnati in Green Italia, il movimento ambientalista trasversale), ha presentato una denuncia alla Procura di Siracusa con seicento e passa firme. «Da alcuni mesi – racconta – la sera, nei fine settimane, l’aria di Augusta viene invasa da odori ammorbanti, acri e nauseabondi che rende la stessa irrespirabile».

I cittadini puntano il dito contro gli insediamenti del Petrolchimico, come la Raffineria Esso, Sasol Italy spa, Erg spa, Gruppo Lukoil, Syndial spa, Isab Energy.
L’avvocato Santi Terranova, invece, ha sporto denuncia per conto dell’Associazione Manuela-Michele per bambini leucemici. Nel Registro dei tumori istituito nel 1995 si legge che a Lentini «più che in ogni altra parte del Paese, si continua a morire per leucemia». Si chiede l’avvocato Terranova: «Anche se Lentini non è Chernobyl possiamo escludere la radioattività nell’ambiente che ci circonda?».
Il riferimento è alla base americana di Sigonella dove si favoleggia di presenze di «scorie nucleari». Reale invece fu la caduta del quadrigetto “C141B” Starlifter, il 12 luglio del 1984.
Ma c’è anche il discorso sulle discariche abusive. Nel 1988 fu scoperta in località «Scalpello-Armicci» una discarica di rifiuti ospedalieri.

Al vertice di una Procura (dimezzata per via dei quattro posti vacanti di sostituti non coperti su tredici) di Siracusa, che sta uscendo da provvedimenti di trasferimenti d’ufficio da parte del Csm, è stato da poco nominato Francesco Paolo Giordano: «Voglio rassicurare tutti. Ho già avviato le prime indagini, ripreso i vecchi fascicoli. Non intendo far finta di nulla. Voglio perseguire gli eventuali responsabili di questa lenta ma inesorabile strage di vite umane e degrado dell’ambiente».

 

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