Nasce una commissione speciale per indagare su Luxleaks

Articolo di Monica Frassoni su Huffington Post –

Vi ricordate lo scandalo di LuxLeaks del novembre scorso? Vi ricordate lo scalpore e scompiglio che ha creato nell’opinione pubblica europea? All’indignazione, i Verdi europei avevano fatto subito seguire l’azione concreta: dando inizio alla raccolta firme per la messa in moto di una Commissione di inchiesta al Parlamento Ue contro dumping ed evasione fiscale. Il 5 febbraio, alla conferenza dei presidenti al Pe, i gruppi politici della grande alleanza europea (Popolari, Socialisti e Liberali) hanno messo i bastoni tra le ruote a questa proposta, nonostante avesse ottenuto il sostegno necessario dal 25% (188) degli Mep. La spinta data dall’iniziativa dei Verdi, ad ogni modo, non è stata energia sprecata, perché, anche se deludente rispetto a quanto ci eravamo prefissati, siamo riusciti ad ottenere un accordo sull’apertura di una commissione speciale: questa è uno strumento parlamentare meno incisivo e dai poteri investigativi più limitati rispetto a quanto abbiamo cercato di mettere in piedi noi Verdi, ma, comunque, un’arma che potrà essere utile nella lotta all’evasione fiscale in Ue.

Ci teniamo a specificare che la decisione di bloccare la nostra proposta di commissione, presa dal presidente del Parlamento Ue, Martin Schulz, e dai leader dei conservatori e dei socialisti, è stata una scelta puramente politica, derivata dalla volontà di non indebolire Juncker e di non correre il rischio di rendere pubbliche pratiche che vanno al di là del piccolo granducato del Lussemburgo: non v’erano concreti ostacoli giuridici o procedurali, ai quali non si sarebbe potuta trovare soluzione. Ancora una volta i socialisti non hanno avuto il coraggio di scegliere di rompere con le politiche sbagliate della destra europea e hanno contribuito all’ulteriore indebolimento della legittimità del Pe come rappresentante dei cittadini europei.

La commissione di inchiesta proposta, già a gennaio aveva raccolto oltre 190 adesioni da Mep, che avevano firmato per la costituzione di un “Inquiry Committee to investigate alleged contraventions and maladministration in the application of the Ue law in relation to tax rulings by Member States”. Avevamo, dunque, raggiunto i numeri necessari per estendere, a partire da Luxleaks, l’occhio dell’opinione pubblica anche su altri scandalosi casi di evasione ed elusione fiscale a vantaggio di grandi gruppi multinazionali (e non solo) in vari paesi membri della Ue.

Martin Schulz ha, invece, dichiarato il 5 febbraio che la nostra richiesta non era stata redatta in forma adeguata e, basandosi sul parere pubblicato in precedenza dal servizio giuridico, non era possibile accettarla, aggiungendo, inoltre, che su queste basi non servirà nemmeno presentare la proposta (positiva o negativa) in plenaria.

Eppure, proprio riprendendo i dubbi espressi dal servizio legale, noi Verdi avevamo già preparato una versione rivista e corretta del mandato inviata alla conferenza dei presidenti, questa non è stata accettata perché mancavano le firme (quelle 191 già raccolte una prima volta). Se volessimo avere una commissione d’inchiesta su questa base, dovremmo, ancora una volta, raccogliere tutte le firme con questo mandato.

Avevamo proposto una commissione d’inchiesta in quanto si tratta del più potente strumento di indagine a disposizione del Parlamento Ue e, in quanto tale, la risposta più adeguata ai gravi problemi che sono stati portati alla ribalta da Luxleaks. Il suo declassamento, a commissione speciale, è un declassamento della risposta stessa del Parlamento europeo allo scandalo Luxleaks. Nonostante questo, È chiaro a tutti che la commissione speciale non sarebbe mai stata costituita senza l’iniziativa della commissione di inchiesta e la mobilitazione di singoli deputati. Resta davvero difficile capire il motivo per il quale i leader dei maggiori gruppi politici, e in particolare del gruppo socialista, stiano bloccando questa che sarebbe stata un’azione in sintonia con l’opinione pubblica.

Certo è che noi Verdi ci impegniamo a lavorare con spirito costruttivo anche nell’ambito della futura commissione speciale; ma è una opzione meno convincente: Oltre alla sua capacità di massimizzare l’attenzione e la pressione politica, una commissione d’inchiesta avrebbe fornito la base per l’accesso ai documenti ufficiali delle autorità nazionali; ora, invece, sara molto più difficile ottenere informazioni e atti dalle autorità europee e nazionali.

Note

Il Parlamento europeo può costituire commissioni d’inchiesta per indagare sui casi di violazione o di cattiva applicazione del diritto comunitario. Per essere creata, la proposta di commissione deve ottenere il sostegno del 25% dei parlamentari (188 deputati), con un mandato di conferma dalla conferenza dei presidenti dei gruppi politici, prima che il Parlamento europeo voti in plenaria per l’approvazione del comitato.

Un parere legale redatto dai servizi del Parlamento europeo, che ha evidenziato un’incompatibilità nel progetto originale del mandato, è stato contestato da un parere legale successivo (di un noto professore di diritto costituzionale europeo, il professor Franz Mayer dell’Università di Bielefeld) che ha confermato la validità del mandato. Il gruppo Verdi ha anche preparato un mandato alternativo, ma i leader dei gruppi politici del Pe si sono rifiutati di sostenere entrambe le opzioni.