Il governo semplifica le grandi opere e blocca quelle piccole, rinnovabili comprese
Articolo di Francesco Ferrante su Greereport – Paradossi inconsapevoli o ennesima puntata di scriteriato attacco alle rinnovabili? La domanda sorge spontanea di fronte all’incredibile notizia per cui il Corpo Forestale della Regione Sardegna ha sequestrato ieri a Su Pardu, nel Medio Campitano, un campo eolico, pronto a entrare in funzione, di potenza complessiva di 60 kW.
Si avete letto bene: 60 (sessanta) kW (chilowatt), non parliamo di mega, ma di un impianto piccolissimo. Sono impazziti i forestali sardi? No. Semplicemente la Regione Sardegna prende atto di una norma nazionale contenuta nel dl “competitività” (bello il nome, meno la sostanza) dell’estate scorsa che sopprime le soglie sotto le quali gli impianti rinnovabili non sono soggetti a Valutazione di Impatto Ambientale. Qui sta il paradosso: la modifica voluta dal governo Renzi (dicono per rispondere a una richiesta dell’Europa… al solito) praticamente sottopone al procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale qualsiasi impianto ambientale, persino i 3 kW sul tetto, e intanto nello “Sbloccaitalia” si semplificano le trivellazioni.
Il problema è che non c’è alcuna idea e “visione” che detta le scelte del governo. Altrimenti di fronte al problema, reale, di una burocrazia eccessiva si sarebbe dovuto procedere per vere semplificazioni: sulle rinnovabili per esempio copiando i rigorosissimi tedeschi che, rispettando ovviamente le direttive europee, aiutano però gli operatori e non gli mettono bastoni tra le ruote come invece succede da queste parti (e in molte regioni). Qui invece si è scelta la strada di deroghe a pioggia per opere, la cui utilità è dubbia, ma che sono “grandi”. Invece i problemi per quelle piccole, probabilmente le uniche che potrebbero svolgere un reale ruolo anticiclico, aumentano.