Il ddl Zan per combattere il virus dell’odio
Di Camilla Seibezzi
Fare chiarezza in un mondo dominato dal caos e dalle strumentalizzazioni è ormai un’opera titanica. Tanto più quando si parla di concetti apparentemente sfuggenti, espressi in termini giuridici e che nel senso comune sono stati inquinati per decenni dai peggiori pregiudizi e stereotipi negativi. Il dibattito sul ddl contro l’omotransfobia presentato dal deputato Zan è nella sua architettura portante un’estensione della legge Mancino ossia quello strumento giuridico che riconosce quale aggravante dei reati comuni, l’essere stati commessi per motivi razziali, etnici, religiosi. Accanto alle discriminazioni più comunemente riconoscibili da tutti quindi, si vorrebbe aggiungere quella relativa all’orientamento sessuale e affettivo, al genere e all’abilismo.
Il ddl Zan nei primi due articoli chiede sia anche affrontato il tema della tutela delle politiche inclusive e il supporto ai centri antiviolenza, declinazione operativa del principio originario.
Come ad ogni legislatura nel momento in cui il Parlamento è chiamato ad esprimersi in tema di diritti civili, puntualmente anche questa volta, il centrodestra e in particolare la Lega si mobilitano per ostacolare il corso della giustizia sociale e civile. Le armi brandite sono sempre le stesse, spuntate dal corso della storia e dallo scorrere della vita, ma ancora capaci di infliggere dolore e oppressione. Così con orecchio stanco sentiamo la litania opportunistica dei partiti ostruzionisti spostare per l’ennesima volta la discussione al Senato. Ci sono altre urgenze tuona il senatore Pillon e il Presidente della Commissione giustizia Ostellari gli fa eco, procrastinando la calendarizzazione.
A questo punto ci si aspetterebbe una corsa a gambe levate per commissariare la Regione Lombardia per la disastrosa gestione della campagna vaccinale, un piano strategico di restituzione della medicina territoriale al Paese per combattere la Pandemia, uno sforzo a tutela di tutte le famiglie e i cittadini disfatti dalla conseguente crisi economica. No, per certo sappiamo che non è mai andata così e che pure questa volta l’agenda politica è poco più che un pretesto fatto di ipocrisia, bigottismo e repressione. Per certo sappiamo che la salute psicofisica di tutti gli individui è un’urgenza inderogabile. Per certo sappiamo che il covid19 colpisce tutti ma non tutti in egual misura poiché c’è chi oltre dal virus si deve proteggere dalle violenze in ragione dei proprio genere e sentimento. Così come si sarebbe dovuto fare per i vaccini cosi’ si sarebbe dovuto fare con il ddl Zan. Inziare la cura dai soggetti più fragili ed esposti a prescindere dalla categoria di appartenenza. Qualsiasi sia la natura delle ferite, nel corpo o nello spirito. Combattere il virus dei pipistrelli ma pure quello dell’odio con la stessa premura.