“Finalmente l’Unione Europea si pronuncia sul problema dei sacchetti di plastica leggera. E’ anche un importante riconoscimento per l’Italia”

“Finalmente anche l’Unione Europea si pronuncia sul problema dei sacchetti di plastica leggera, una delle maggiori fonti di inquinamento, specialmente per mari e fiumi. Si tratta, al contempo, di un importante riconoscimento per l’Italia, che avendo vietato gli shopper non biodegradabili e compostabili è già in linea con la nuova legislazione e che potrà, d’ora in avanti, contare sul sostegno di Bruxelles per la lotta alle shoppers inquinanti. – dichiarano Monica Frassoni, co-Presidente del Partito Verde Europeo, ed Oliviero Alotto, portavoce di Green Italia, entrambi candidati Green Italia/Verdi Europei. – Ciascun cittadino europeo consuma in media 200 sacchetti di plastica per anno, ma per il futuro il Parlamento ha dato un chiaro tetto massimo: ridurre queste cifre del 50% in 3 anni e dell’80% entro i prossimi 5. Inoltre, i paesi che volessero vietarne l’utilizzo totalmente, sono autorizzati a farlo.”

In quegli Stati membri che hanno la raccolta differenziata dei rifiuti organici, come ad esempio l’Italia, il prezzo dei sacchetti biodegradabili potrebbe, inoltre, essere ridotto fino al 50% in modo da incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti organici.

“Questa volta l’Italia si pone come modello da prendere ad esempio per il resto dell’Unione, che con la sua normativa ha già ridotto il consumo di shopper del 50% nell’ultimo triennio, con il voto di oggi potrà, dunque, essere ancora più forte in questo suo ruolo. – continuano Frassoni ed Alotto – Questa nuova direttiva è una vittoria per l’ambiente e per la salute dei cittadini europei. I sacchetti biodegradabili e compostabili saranno favoriti mentre quelli denominati “oxo-biodegradabili”, che nella pratica si disperdono in forma di frammenti nell’ambiente, saranno rimossi. Infine, verranno eliminate le sostanze pericolose che rientrano nella composizione dei sacchi.

Questa vittoria non deve, però, distogliere l’attenzione dalla necessità di rivedere tutta la strategia europea in materia di rifiuti. Promuovere i materiali biodegradabili è un vero passo in avanti, ma l’unico rifiuto che non inquina è quello che non viene prodotto: dobbiamo ora concentrarci sul riuso.”