“Cibo bio e rinnovabili contro la crisi”: sull’ambiente gli italiani bocciano il governo

Articolo di Antonio Cianciullo su Repubblica.it –

Dal sondaggio condotto da Lorien Consulting giudizio negativo sullo Sblocca Italia. Per il 63% degli intervistati il governo ha deluso le attese sulle grandi scommesse ecologiche

Gli italiani credono che il loro futuro economico sarebbe più protetto se si investisse sui cibi di alta qualità, sulla ricerca, sulle energie rinnovabili e sull’ecoturismo. E non ritengono che siano queste le priorità del governo Renzi che, sul tema ambientale, registra un 41% di giudizi positivi e un 53% di bocciature. Ancora più secco il parere sul decreto Sblocca Italia che piace solo al 37% degli intervistati, mentre il 51% lo considera uno Sblocca Trivelle. E il 63% ritiene che il governo deluda le attese sulle grandi scommesse ecologiche.
Sono alcuni dei risultati della ricerca condotta da Lorien Consulting (su un campione rappresentativo di mille persone) per il Forum Qualenergia? organizzato da Legambiente e Kyoto Club. Un sondaggio non a senso unico. Ad esempio, confrontando i risultati delle analisi condotte tra il 2011 e il 2014 risulta che il tema inquinamento ambientale è sceso in classifica passando dal 45 al 27% di risposte, mentre quello climatico sale dal 9 al 13%, la disoccupazione resta in cima alle preoccupazioni e la denuncia della debolezza della classe politica sale dal 24 al 40%.

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Tra i comportamenti sostenibili più gettonati troviamo la raccolta differenziata, l’uso delle lampadine a risparmio energetico, l’uso della carta riciclata, l’uso quotidiano dei mezzi pubblici o della bici, il consumo di prodotti biologici. Secondo gli intervistati per avere la sostenibilità si può accettare anche un leggero aumento di prezzo dei prodotti: per il cibo il 28% è disposto a pagare fino al 10% in più, il 16% dal 10 al 20% in più, il 9% dal 20 al 50% in più e un altro 9% va oltre il 50%.

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Incrociando le diverse risposte, emerge la fotografia di un Paese che non ha perso la speranza ma si sente deluso perché le possibilità che ha di fronte vengono ignorate. Il centro delle preoccupazioni ruota attorno alla crisi ed è interessante notare che proprio questa priorità spinge gli italiani a domandare al governo di fare squadra per rilanciare l’occupazione. La richiesta di norme stabili e certezze a difesa della triade “cibo di qualità-rinnovabili-innovazione” centra uno dei problemi principali: l’incertezza delle misure di sostegno (costantemente rimesse in discussione) e la crescita del peso della burocrazia.

La conferma della strategicità di queste indicazioni è arrivata dalla presenza al Forum di Yin Jun, il consigliere scientifico dell’ambasciata cinese, venuto per ribadire le nuove priorità di Pechino: lotta all’inquinamento (diventato ormai un fattore che deprime la crescita economica) e definizione, per la prima volta, di un obiettivo di riduzione netta delle emissioni di Co2. Un cambio di rotta, formalizzato nel recente vertice Stati Uniti-Cina, che cambia l’agenda energetica mondiale. L’Italia continuerà a frenare gli investimenti in efficienza e rinnovabili aprendo il mercato interno al colosso cinese che si prepara a rafforzare la sua leadership nel settore?