Caro presidente Napolitano, la vera antipolitica sono i corrotti e i corruttori
Articolo di Roberto Della Seta e Francesco Ferrante su Huffington Post – Il Presidente della Repubblica mercoledì 10 dicembre ha usato parole di sconcerto e di riprovazione per le degenerazioni affaristiche e corruttive della politica, riesplose all’attenzione di tutti con l’inchiesta Mafia Capitale. Ma contemporaneamente se l’è presa con l'”antipolitica”, che va combattuta come “patologia eversiva” denunciandone “la faziosità, i luoghi comuni, le distorsioni”, e con quanti nelle aule parlamentari usano “metodi ed atti concreti di intimidazione fisica, minaccia, di rifiuto di ogni regola ed autorità” e mettono in pratica “tentativi sistematici ed esercizi continui di stravolgimento ed impedimento della vita politica e legislativa di ambedue le Camere”. Quasi esplicito il riferimento ai Cinquestelle, che rappresenterebbero dunque secondo il Capo dello Stato una minaccia grave per la stessa democrazia.
Questi giudizi ci paiono poco equilibrati. Rischiano di collegare in una medesima condanna la corruzione dilagante da un lato, l’opposizione radicale – che spesso utilizza in Parlamento l’arma antichissima dell’ostruzionismo – dei Cinquestelle verso il governo, la maggioranza che lo sostiene, le larghe intese istituzionali che coinvolgono anche Forza Italia.
I Cinquestelle molto spesso straparlano, in più di un caso tengono atteggiamenti insopportabilmente demagogici, e finora non sono riusciti a rappresentare una vera, coerente alternativa politica ai partiti attuali. A ciò si può, si deve aggiungere che la vita interna del loro movimento ha pochissimo di democratico e molto, moltissimo di autocratico, con uno o forse due capi che distribuiscono a piacere cooptazioni nel lorocerchio magico, scomuniche, espulsioni.
Ma detto tutto questo, qualcos’altro va detto. Non si conoscono accuse di corruzione che vedano coinvolti eletti o attivisti dei Cinquestelle. Presidente Napolitano: la vera, la più minacciosa “antipolitica” è quella dei politici che rubano e di chi li paga per ottenere appalti e favori, dall’Expo di Milano al Mose di Venezia alla sanità pugliese a Mafia Capitale. Mettere sullo stesso piano i politici ladri, che purtroppo sembrano abitare quasi dappertutto, e i politici un po’ sbruffoni e un po’ demagoghi che abbondano in particolare tra i Cinquestelle, è un pessimo servizio alla verità e al Paese.
I partiti tradizionali vogliono “sgonfiare” la facile protesta dei Cinquestelle, o della stessa Lega di Salvini che nonostante un recente passato non proprio cristallino quanto a etica pubblica pare oggi guadagnare sempre più credito come forza “anti-sistema”? Bene, l’unica via realistica per farlo è non solo cacciare i corrotti, ma smontare quella ragnatela fittissima di legami organici, di scambio, con interessi economici più o meno leciti di cui da lungo tempo si nutrono.
Se questa via non l’imboccano prestissimo, a distruggerli non saranno i grillini ma sarà la loro, questa sì monumentale, “antipolitica”.