Bene il contributo al fondo verde ONU, ma ora Renzi dovrà uscire dalla sua eco-ambiguità

Articolo di Monica Frassoni su Huffington Post –  

Il Premier Renzi ha dichiarato al vertice Onu sul clima che l’accordo di Parigi “dovrà essere vincolante” e che “l’Italia è pronta a contribuire significativamente al fondo verde ONU”. Nel suo intervento Renzi ha utilizzato parole confortanti e motivanti ricordando l’importanza del Pacchetto europeo su clima ed energia 2030 e citando cifre come il 45% di energia in Italia che nel 2014 è stato prodotto da fonti rinnovabili. Siamo onesti, sono cose che si sanno da tempo, che sono state ripetute senza sosta da noi ambientalisti e non solo. A far notizia è solo il fatto che sia lo stesso Renzi a citarle, il Premier che fino a ieri si era nascosto nella più totale eco-indifferenza guardandosi bene dal prendere una posizione decisa su, per esempio, quel Pacchetto UE Energia e Clima che sarà discusso ad ottobre, sotto la stessa presidenza Ue italiana.

E allora benissimo il contributo al fondo verde ONU e siamo pienamente d’accordo anche con la necessità di raggiungere un accordo vincolante ai negoziati di Parigi 2015, ma i buoni propositi non bastano per raggiungere obiettivi ambiziosi. Renzi ha ora l’occasione di dimostrarci con i fatti che le sue promesse hanno un valore concreto. Lo può fare adesso, durante il semestre Ue di presidenza italiana, prendendo posizione a favore di tre target europei vincolanti per la riduzione delle emissioni di CO2 al 55%, per l’aumento di energie rinnovabili al 45% e per l’aumento di efficienza energetica al 40% in vista del Consiglio Europeo del prossimo 23 ottobre.

Basta con l’ambiguità e con le vuote promesse che ci vogliono commuovere citando “il futuro dei nostri figli”. Renzi può e deve passare all’azione: può abbandonare i progetti orientati alle fonti fossili come le trivelle nel Mediterraneo e rinunciare ai progetti inutili come la Lione-Torino o il ponte di Messina. Lo stesso fatidico Sblocca Italia, del resto, continua a sostenere una politica dell’asfalto, con un forte sostegno alle concessionarie autostradali e all’autotrasporto, il giovane Premier sembra essersi dimenticato che una politica sostenibile passa per maggiori finanziamenti alle ferrovie e alle reti di trasporto urbano.

Renzi stesso ha citato nel suo discorso la Green Economy, per questa servono investimenti nell’efficienza energetica, nelle energie rinnovabili e nelle città sostenibili, a garanzia di un futuro energetico più sicuro e, non ultimo, della creazione di nuovi posti di lavoro.”