Posti di lavoro verdi: una via d’uscita alla crisi

STIMOLARE L’OCCUPAZIONE E LA RIPRESA ECONOMICA 

La disoccupazione è uno dei problemi più pressanti in Europa. Più di 25 milioni di cittadini europei – oltre il 10% della popolazione attiva – sono senza lavoro. Per i giovani, la situazione è ancora nera, dato che quasi un giovane su quattro sotto i 25 anni è disoccupato.

Nei paesi più colpiti, come la Grecia o la Spagna, più della metà dei giovani sono disoccupati, e le politiche di austerità non fanno che peggiorare la situazione. Come se non bastasse, la crisi climatica e ambientale si sta sempre più aggravando. Gli scienziati hanno la certezza che le attività umane stanno cambiando il nostro clima e sottolineano il pericolo del mancato intervento per fermare il degrado. Dal canto loro, gli economisti ci informano che più aspettiamo a intervenire e più il conto sarà salato.

Tuttavia, esiste una via di uscita: rinverdendo le nostre economie possiamo creare posti di lavoro verdi e di qualità per combattere, la disoccupazione, i cambiamenti climatici e il degrado ambientale. L’Unione europea non può che trarre beneficio da questi interventi. Rimanendo un ‘leader verde’, l’Europa potrebbe generare un guadagno supplementare in esportazioni pari a 25 miliardi all’anno, ridurre la propria spesa energetica di 350 miliardi di euro all’anno da qui al 2050,diminuire la sua dipendenza dall’energia importata e da risorse acquistate a prezzi volatili e rendere la propria fornitura energetica più sicura.Se riusciamo a garantire il coinvolgimento delle parti sociali, a definire programmi mirati di istruzione e formazione, e politiche ambiziose e stabili volte a favorire l’innovazione e gli investimenti verdi, si possono creare milioni di posti di lavoro verdi e di qualità, molti dei quali in piccole e medie imprese locali in tutta Europa.

Questo opuscolo vi informa sulle opportunità dell’Europa per la creazione di posti li lavoro e sulle attività svolte dal gruppo Verdi/ALE al Parlamento europeo a favore dell’occupazione verde.

La seconda parte dell’opuscolo illustra alcuni esempi di successo nella creazione di posti di lavoro verdi in tutta Europa. Posti di lavoro verdi in Europa? Non sono un’utopia: sono già una realtà!

CHE COSA SONO I POSTI DI LAVORO VERDI?

Per ‘posto di lavoro verde’ si intende qualsiasi attività professionale che aiuta a tutelare l’ambiente e a lottare contro I cambiamenti climatici, contribuendo al risparmio energetico e delle materie prime, promuovendo l’utilizzo delle energie rinnovabili, riducendo i rifiuti e l’inquinamento o proteggendo la biodiversità e gli ecosistemi.

Lo sviluppo di modelli di produzione e di consumo sostenibili genera il potenziale per la creazione di nuovi posti di lavoro e per la trasformazione di quelli già esistenti in posti di lavoro verdi di qualità, non solo in virtualmente qualsiasi settore, ma anche lungo tutta la catena del valore, dalla ricerca alla produzione, dalla distribuzione ai servizi; nei nuovi settori high-tech come quelli delle energie rinnovabili; nei settori tradizionalicome la manifattura e l’edilizia; nell’agricoltura e nella pesca; e in servizi quali catering, turismo, trasporti e istruzione.

Secondo noi, i posti di lavoro verdi offrono la possibilità di un lavoro dignitoso che a sua volta garantisce protezione sociale, reddito sufficiente, condizioni di lavoro sane, rispetto dei diritti dei lavoratori e partecipazione dei cittadini alle decisioni che influiscono sulle loro vite.

I Verdi/ALE al Parlamento europeo lottano per la creazione di più posti di lavoro verdi in Europa. Ad esempio, nel 2010, l’iniziativa di un europarlamentare verde ha indotto il Parlamento europeo ad adottare una risoluzione che chiede di sfruttare al meglio il potenziale occupazionale di un’economia sostenibile al fine di garantire la creazione di posti di lavoro dignitosi e una giusta transizione economica ed energetica. Le rivendicazioni presentate dai Verdi in questo opuscolo sono interamente contenute in quella risoluzione.

CREARE POSTI DI LAVORO VERDI IN SETTORI NUOVI E TRADIZIONALI

Gli studi indicano che gli investimenti in un’economia sostenibile creano e mantengono numerosi posti di lavoro sia nei settori emergenti che in quelli tradizionali. È dunque comprovato che la transizione verde avrà, tutto considerato, un impatto positivo sull’occupazione, anche alla luce del fatto che le attività economiche sostenibili, come il risparmio energetico o l’agricoltura biologica, hanno un’intensità di mano d’opera maggiore rispetto alle attività che sostituiscono.

L’esatto numero di persone occupate in posti di lavoro verdi è difficile da stimare in quanto ci sono diverse definizioni di ‘posti di lavoro verdi’. Inoltre, si riscontra una carenza di dati armonizzati, specialmente al di fuori dei settori ambientali, per quanto riguarda i posti di lavoro verdi diffusi in tutta Europa tra le aziende che cercano di migliorare la loro performance ambientale.

Dal 2008 sono stati creati numerosi posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili. Nel periodo 2009/2010 il settore contava circa 1 milione di posti di lavoro che si sono rivelati resistenti alla crisi. Anche tra il 2010 e il 2011 si è registrata una crescita, che ha portato a un totale di 1.186.000 posti di lavoro.5 Se l’Europa adotterà ambiziose politiche per far fronte ai cambiamenti climatici il potenziale del settore verrà maggiormente rafforzato. Nel 2011, la Commissione europea ha calcolato che si potrebbero creare altri 3 milioni di posti di lavoro entro il 2020,6 e che si potrebbe arrivare a 6 milioni entro il 2050 se si raggiunge l’obiettivo di ricavare il 100% dell’energia da fonti rinnovabili.

Una migliore efficienza nell’uso delle risorse potrebbe creare tra 1,4 e 2,8 milioni di posti di lavoro in Europa.8 Inoltre, qualcosa come 14,6 milioni di posti di lavoro dipendono direttamente dagli ecosistemi e dalla biodiversità, basta pensare alla silvicoltura, all’agricoltura e alla pesca. Rinverdire questi settori significherebbe aumentare l’occupazione. Per esempio, per l’agricoltura biologica si stima un 10-20% in più di addetti per ettaro rispetto all’agricoltura convenzionale.10

L’esempio dell’industria siderurgica insegna come la transizione verde aiuta anche a preservare posti di lavoro nei settori tradizionali in declino. Le turbine eoliche richiedono, infatti, acciaio di qualità, e questa domanda sta aprendo nuove nicchie di mercato per il settore, salvaguardando posti di lavoro.

SFRUTTARE APPIENO IL POTENZIALE DEI POSTI DI LAVORO VERDI

Il pieno potenziale dei posti di lavoro verdi può essere sfruttato solo in presenza di quadri giuridici e finanziari in grado di garantire investimenti sostenibili a lungo termine e di stimolare l’innovazione.

I Verdi del Parlamento europeo si stanno attivamente battendo per l’adozione di tali quadri. In materia di risparmio energetico, siamo riusciti a ottenere un supporto maggioritario per il raggiungimento di obiettivi ambiziosi e vincolanti entro il 2020 e il 2030. I governi europei hanno rifiutato di sottoscrivere questi obiettivi, ma i Verdi continueranno a battersi per la loro accettazione al fine di creare un numero significativo di posti di lavoro. L’adozione di efficaci misure nell’ambito dell’efficienza energetica potrebbe, infatti, creare o mantenere 2 milioni di posti di lavoro verdi in Europa. Molti di questi riguardano il rinnovo del patrimonio edilizio, uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi economica. Per di più si tratterebbe di posti di lavoro non trasferibili e creati all’interno di piccole e medie imprese.

I Verdi/ALE sono riusciti anche a imporre norme più severe sul budget ’UE destinato a progetti sostenibili che contribuiscono alla creazione di posti di lavoro. Ricordiamo, per esempio, l’obbligo per le regioni europee di investire nel risparmio energetico e nelle energie rinnovabili. In particolare gli Stati membri meno ricchi potranno accedere a più fondi comunitari per misure di protezione del clima e dell’ambiente. Da un recente rapporto risulta che l’utilizzo dei fondi europei di sviluppo regionale per investimenti verdi genererebbe più posti di lavoro rispetto a investimenti equivalenti in attività sovvenzionate in passato. Inoltre, i Verdi hanno salvaguardato con successo le norme che governano l’erogazione di fondi europei per l’agricoltura biologica e la pesca sostenibile.

Nel quadro delle nuove regole comunitarie per gli appalti pubblici, i Verdi si sono battuti con successo per l’inclusione di criteri obbligatori di ordine ambientale, sociale e di commercio equo nonché per la possibilità di attribuire eco-label. Tutti questi successi dei Verdi possono stimolare notevolmente la creazione di posti di lavoro verdi.

Ma tali posti si potranno creare e mantenere nel tempo solo in presenza di stabili politiche per la promozione della transizione verde. Per esempio, in Spagna, che nel 2008 era ancora un leader europeo nelle energie rinnovabili, i tagli drastici imposti a questo settore a partire dal 2009 hanno determinato il dimezzamento dei posti di lavoro in quest’ambito.

SALVAGUARDARE I VANTAGGI COMPETITIVI

L’Unione europea deve investire in un’economia sostenibile se vuole mantenere la sua posizione preminente nello sviluppo e nella fabbricazione di prodotti ambientalmente compatibili. Per molto tempo,infatti, l’Europa è stata leader mondiale in materia di tutela dell’ambiente e di sostenibilità, dominando la competizione globale nel campo delle energie rinnovabili. Tuttavia, altre economie si stanno sempre più facendo avanti. Basti ricordare che dal 2011 gli investimenti europei nelle energie rinnovabili sono in costante declino, mentre la Cina li ha stabilmente aumentati negli ultimi anni.

L’Europa può mantenere la sua leadership globale solo se investe da subito – e massicciamente – in un’economia sostenibile, se adotta una legislazione ambientale lungimirante e dà la priorità al clima e alla protezione ambientale nel suo bilancio. Solo così sarà possibile creare in Europa gran parte dei posti di lavoro verdi previsti globalmente.

In questo contesto, i Verdi del Parlamento europeo hanno promosso la strategia RISE, Rinascita Industriale per un’Europa Sostenibile, che si propone di utilizzare la sostenibilità come leva per incrementare la competitività globale dell’Europa e per creare posti di lavoro verdi e di qualità.

Inoltre, i Verdi sostengono attivamente le imprese innovative che investono in prodotti efficienti e sostenibili. Per esempio, molti sistemi di refrigerazione e condizionamento funzionano ancora attraverso l’utilizzo di gas a effetto serra che influiscono enormemente e in modo dannoso sul clima. Fortunatamente esistono alternative ambientalmente compatibili, e più di 400 imprese europee progettano e fabbricano questi prodotti. Sulla base dell’iniziativa di un europarlamentare verde, il Parlamento europeo ha ora introdotto la progressiva eliminazione di questi gas a effetto serra. Dato che quasi il 90% dei sistemi che utilizzano questi gas dannosi sono importati, il bando andrà a beneficio dei fabbricanti europei che propongono alternative sostenibili e stimolerà la creazione di posti di lavoro verdi.

RIDURRE I COSTI, PROMUOVERE UN LAVORO DIGNITOSO

Da molto tempo ormai le imprese europee stanno cercando di competere sul piano globale tagliando sul costo del lavoro, ossia sui salari e sui contributi. Tuttavia, i costi delle materie prime e dell’energia consumata nei processi di produzione sono spesso assai più elevati del costo del lavoro. Va da sé che il risparmio sull’energia e sulle materie prime, che è uno degli obiettivi principali del rinverdimento delle imprese, apporterà vantaggi competitivi per il futuro.

Il risparmio energetico e un uso più efficiente delle risorse possono contribuire a ridurre i costi di produzione , salvando delle fabbriche dalla chiusura e garantendo una corretta remunerazione dei lavoratori. Molti sindacati e comitati aziendali se ne sono resi conto, e si impegnano per la promozione di una produzione efficiente in termini di energie e risorse al fine di ridurre la pressione sui costi del lavoro.

I Verdi sono stati incaricati di elaborare, per conto del Parlamento europeo, una strategia volta a massimizzare l’ efficienza nell’uso, nel reimpiego e nel riciclaggio delle risorse per creare occupazione, stimolare la competitività e tutelare l’ambiente.

UNA TRANSIZIONE VERDE SOCIALMENTE GIUSTA

Per noi Verdi è indispensabile che i posti di lavoro verdi offrano un lavoro dignitoso che garantisca protezione sociale, reddito sufficiente, condizioni di lavoro sane, rispetto dei diritti dei lavoratori e partecipazione dei cittadini alle decisioni che influiscono sulle loro vite.

Ciò nonostante, garantire condizioni di lavoro dignitose in settori nuovi come quelli delle energie rinnovabili può rivelarsi problematico. Uno studio della Federazione europea dei metalmeccanici (FEM) sul settore dell’energia eolica in Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca conclude che le pressioni concorrenziali, l’inadeguata rappresentanza dei lavoratori, i contratti a tempo determinato e la carenza di competenze costituiscono delle minacce per le condizioni di lavoro. I dati sono, peraltro, contrastanti in quanto dalla ricerca emerge che, sebbene in Germania e in Spagna la qualità dei posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili sia buona, il settore della gestione dei rifiuti è caratterizzato da le condizioni di lavoro problematiche e da bassi livelli salariali. Va poi considerato che il cambiamento ambientale richiede flessibilità. I lavoratori hanno bisogno di essere tutelati da un’efficace rappresentanza e dalla sicurezza sociale garantita dai sistemi dei rispettivi Stati membri.

I Verdi/ALE del Parlamento europeo si incontrano regolarmente con sindacati e rappresentanti dei lavoratori al fine di discutere come assicurare standard di lavoro dignitoso nei settori verdi e una transizione socialmente giusta, nella quale i lavoratori siano coinvolti a pieno titolo senza essere colpiti negativamente dal cambiamento. I Verdi si battono per sistemi di sicurezza sociale più forti in tutta Europa, specialmente nell’ambito della transizione verde e per i lavoratori tra occupazioni.

DIRITTO ALL’ISTRUZIONE E ALLA FORMAZIONE

I Verdi del Parlamento europeo chiedono un’ampia iniziativa di istruzione e formazione ai posti di lavoro verdi a tutti i livelli di specializzazione. La transizione verde deve essere un’opportunità per tutti: giovani e anziani, donne e uomini, specializzati o non specializzati, disoccupati o già occupati. Tutti i lavoratori hanno diritto alla formazione e all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita.

I programmi di istruzione e formazione professionale devono inoltre garantire a un lavoratore che, per esempio, ha trascorso 30 anni in miniera, la possibilità di acquisire le competenze che gli permettano di passare a un lavoro verde. Questo aspetto è assolutamente essenziale se vogliamo sfruttare appieno il potenziale occupazionale della transizione verde. Datori di lavoro, lavoratori e governi hanno la responsabilità di elaborare coerenti strategie di istruzione e formazione. Un primo passo sarà l’identificazione delle nuove competenze necessarie e delle carenze nelle competenze attuali.

I Verdi del Parlamento europeo sono riusciti a far sì che le misure per l’occupazione e la formazione sovvenzionate con fondi europei debbano prendere in considerazione il passaggio all’economia verde. Ci stiamo altresì battendo per promuovere il diritto fondamentale dei lavoratori alla formazione e per espandere la democratizzazione del luogo di lavoro. Dopotutto, innovazione e creatività sono ovunque, non solo nei laboratori di ricerca ma anche nei reparti dove I lavoratori propongono nuove idee.

DONNE E POSTI DI LAVORO VERDI

Il potenziale di creazione di posti di lavoro verdi è particolarmente presente in certi settori, come l’edilizia, la produzione di pannelli solari e impianti eolici e la ricerca di tecnologie per il risparmio e l’efficienza energetica. Negli Stati membri dell’UE questi settori sono tradizionalmente dominio maschile e i pregiudizi dei datori di lavoro e dei colleghi sono spesso così profondamente radicati che molte donne sono soggette a discriminazione. Contemporaneamente, a tutt’oggi, giovani donne scelgono raramente professioni che hanno a che fare con la matematica, l’informatica, le scienze naturali e la tecnologia.

I Verdi del Parlamento europeo sostengono fortemente la partecipazione delle donne all’economia verde. Lo testimoniano, per esempio, due iniziative proposte da europarlamentari verdi: una risoluzione sull’impatto della crisi economica e finanziaria sull’uguaglianza di genere e i diritti della donna e una proposta di iniziativa per promuovere l’equilibrio di genere nei settori dominati dalla presenza maschile.I Verdi hanno, inoltre, proposto con successo l’obbligo di considerare l’uguaglianza di genere nell’erogazione di sovvenzioni europee per i progetti di sviluppo regionale o sociale, considerato che gli studi commissionati a questo proposito dimostrano come l’uguaglianza di genere sia ben lontana dall’essere una realtà.

SUCCESSI: CREAZIONE DI LAVORO VERDE IN EUROPA

I POSTI DI LAVORO VERDI NON SONO UN’UTOPIA. IN MOLTE PARTI D’EUROPA SONO STATI FATTI DEI PROGRESSI VERSO LA SOSTENIBILITÀ, PROGRESSI CHE HANNO CREATO POSTI DI LAVORO.

VILLAGGIO DI ANAVRA, GRECIA: SVILUPPO LOCALE SOSTENIBILE PER L’OCCUPAZIONE E LA PROSPERITÀ

ATTIVITÀ:

sviluppo locale sostenibile per creare piena occupazione e prosperità

IN QUALI SETTORI SI CREANO POSTI DI LAVORO?

Agricoltura e allevamento biologici, produzione locale di energia rinnovabile, ecoturismo

CHI?

Le comunità e autorità locali, gli agricoltori, le imprese e l’istituto tecnico locale.

SUCCESSI:

Zero disoccupazione, aumento della popolazione, reddito supplementare per il villaggio pari a 60.000 euro annui, nuova infrastruttura pubblica, migliore qualità di vita

Il remoto villaggio di montagna di Anavra, nella Grecia sud-orientale, ha captato appieno il potenziale occupazionale della transizione verde. Tra il 2000 e il 2010 il tasso di disoccupazione del luogo è sceso a zero, la popolazione è quasi raddoppiata, da 350 a 550 abitanti, e la qualità di vita degli abitanti è migliorata. La transizione di Anavra ha richiamato attenzione da tutto il mondo, trasformando l’ex povero villaggio isolato in un modello di sviluppo locale sostenibile. La trasformazione è stata avviata a metà degli anni ‘90, con l’apporto di grandi cambiamenti in molti settori.

Gli allevatori tradizionali si sono rivolti all’agricoltura biologica integrata, creando tre fattorie con un totale di 25.000 capi di bestiame tra pecore, capre, bovini e suini, tutti liberamente al pascolo sui monti. Gli abitanti hanno anche creato un macello pubblico con una sezione bio-certificata e nel rispetto delle norme internazionali di qualità.

Contemporaneamente, al fine di aumentare l’efficienza energetica, Anavra ha costruito un parco eolico composto da 20 turbine che generano fino a 17,5 megawatt, capace di fornire elettricità a 2.500-13.000 abitazioni. Attualmente, sono in costruzione due nuovi parchi eolici, per un totale di 23 turbine e capaci di erogare 20 megawatt. Si prevede che questi progetti genereranno 20 posti di lavoro permanenti e 100 posti a tempo determinato. L’eventuale surplus energetico viene venduto, e il primo parco eolico da solo ha generato un introito addizionale per il villaggio pari a circa 60.000 euro annui.

Nel 2010 il villaggio ha unito le forze con un istituto tecnico locale per pianificare la costruzione di un piccolo impianto idroelettrico e un sistema di teleriscaldamento a biomassa. Infine, il villaggio ha sviluppato il Parco ambientale e culturale di Goura che, con I suoi 240 ettari, ha stimolato l’ecoturismo richiamando oltre 8.500 visitatori tra il 2010 e il 2012.

Il piano di sviluppo sostenibile di Anavra non solo ha creato lavoro e aumentato il reddito della popolazione, ma ha anche fornito alla comunità locale i mezzi per lo sviluppo dell’infrastruttura pubblica migliorando così la qualità di vita degli abitanti. Tra le realizzazioni: piazze e pompe per l’acqua, un centro medico rurale, strutture scolastiche e sportive, una casa di riposo e locali di accoglienza per i senzatetto. I tassi di disoccupazione e criminalità del villaggio sono pari a zero, e i giovani non cercano più di partire altrove.

Il successo di Anavra è ancora più significativo se si tiene conto di quanto la Grecia sia stata stata colpita duramente dalla crisi. Nel 2012, il PIL pro capite in Grecia era solo il 75% della media UE, e nel 2013 il tasso di disoccupazione era pari al 27,8%, il 160% in più della media UE.

Il successo di Anavra può essere attribuito in gran parte a una forte leadership individuale e al sostegno fornito dai fondi europei.

Secondo stime ufficiali, se la Grecia riesce a indirizzare la sua economia verso un cammino sostenibile, potrebbe creare 210.000 posti di lavoro verdi, 27.000 dei quali sarebbero permanenti.

BREMERHAVEN, GERMANIA: POSTI PER LAVORATORI DI SETTORI IN CRISI

ATTIVITÀ:

creare nuovi posti per lavoratori di settori in crisi

IN QUALI SETTORI SI CREANO POSTI DI LAVORO?

Energia eolica, edilizia, ingegneria e siderurgia, piccole e medie imprese locali

CHI?

Autorità regionali e locali, ricercatori, lavoratori e imprese locali

SUCCESSI:

1.000 posti di lavoro nell’eolico a Bremerhaven, 4.500 posti nelle energie rinnovabili nel Land federale di Brema

Sotto la leadership dei Verdi, la transizione verso un’economia verde divenne una priorità per la coalizione del governo federale dei Socialdemocratici-Verdi tra il 1998 e il 2005, che lanciò la rivoluzione energetica del paese. Secondo dati ufficiali, nel 2008 1,93 milioni di persone lavoravano nel settore della protezione ambientale in Germania, il 37% in più rispetto a 10 anni prima.

Bremerhaven, città costiera di 120.000 abitanti nel Land di Brema, si è agganciata alla tendenza verde per ristrutturare la sua economia, tradizionalmente incentrata sui cantieri navali. Alla fine degli anni ‘80 la città fu colpita da una recessione economica dovuta a un crollo della domanda e dalla concorrenza sempre più pressante di aziende estere. Moltissimi posti di lavoro sono andati perduti (3.500 solo dalla chiusura di cantieri navali) e mentre la popolazione della città diminuiva del 30% la disoccupazione arrivava fino al 21% nel 1997. Nel 2001 il consiglio comunale di Bremerhaven decise di cercare di invertire questa tendenza attraverso lo sfruttamento delle sue numerose risorse – una forza lavoro competente, un eccezionale knowhow nel settore marittimo e nella costruzione di strutture portuali – promuovendo l’energia eolica, nella fattispecie in forma di parchi eolici offshore.

I passi intrapresi furono numerosi: investimenti in infrastrutture, ricerca nel settore eolico e somministrazione intensiva di formazione professionale adeguata. La WAB (agenzia per l’energia eolica), una rete di 300 imprese e istituti che lavorano nel settore (produzione, installazione e ricerca) eolico fu costituita nel 2002 come ‘sportello unico’ nazionale per il settore dell’energia eolica offshore.

Tutti questi sforzi hanno dato i loro frutti. Oggi Bremerhaven dà lavoro a 1.000 persone nel settore eolico (in tutta la Germania si contavano, nel 2012, 117.900 addetti) e nel Land di Brema il settore delle energie rinnovabili dà lavoro a non meno di 4.500 persone. Ne traggono beneficio anche le piccole e medie imprese locali nei settori edile, meccanico e siderurgico, nonché altre imprese che fabbricano componenti per turbine. Saranno necessari ulteriori interventi per ridurre l’elevato tasso di disoccupazione (che ad agosto del 2013 era all’11,1%), ma il successo dello sviluppo del settore eolico ha senza dubbio contribuito a mitigare i problemi della regione.

Il partito Verde tedesco, Bündnis 90/Die Grünen, che fa parte del governo del Land di Brema dal 2007, ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del settore delle energie rinnovabili nella regione.

BRUXELLES E VALLONIA, BELGIO: CREARE ECONOMIE SOSTENIBILI E POSTI DI LAVORO LOCALI

ATTIVITÀ:

promozione della transizione verde delle economie regionali, creazione posti di lavoro locali stabili, consolidamento della redditività a lungo termine dei settori economici

IN QUALI SETTORI SI CREANO POSTI DI LAVORO?

Piccole e medie imprese del settore edile, società e servizi nel settore agroalimentare

CHI?

Autorità locali e regionali, associazioni di imprese, organizzazioni di interesse pubblico, sindacati, fornitori di servizi di formazione

SUCCESSI:

Lancio di una serie completa di misure per rispondere all’esigenza di risparmio energetico negli edifici: programmi di formazione, scambio di buone prassi, sovvenzioni per piccole e medie imprese, programmi di ricerca, assistenza tecnica

Dal 2009, i ministri Verdi di due delle tre regioni del Belgio, Bruxelles e Vallonia, si stanno battendo per lo sviluppo delle cosiddette ‘alleanze per l’ambiente e l’occupazione’, in un’ottica di creazione di posti di lavoro. In Vallonia queste alleanze hanno ricevuto un budget totale di 879.000 euro nel quadro del ‘piano Marshall 2.Verde’ adottato dal governo vallone per incanalare lo sviluppo sostenibile in tutte le sue politiche e per rinvigorire l’economia della regione.

L’idea alla base di queste alleanze è che le politiche che accompagnano la transizione verde dei settori economici possono creare occupazione e consolidare la redditività a lungo termine di questi settori. Particolare attenzione viene accordata all’efficienza energetica negli edifici. Quasi il 50% degli edifici in Vallonia sono stati costruiti prima del 1945, sono male isolati e causano un’enorme consumo energetico. Qualsiasi lavoro creato attraverso le relative misure sarà necessariamente locale e non sarà quindi perduto a causa della delocalizzazione.

L’iniziativa è stata sviluppata in stretta collaborazione con i soggetti interessati del settore edile al fine di trasformarlo in un settore sostenibile. I partner promuovono bassi consumi energetici e migliorie ambientali negli edifici esistenti, definiscono obiettivi per le fonti di energie rinnovabili, identificano nuove competenze e promuovono il lancio di piani di rinnovo per le case popolari.

In altre parole, stimolano la domanda di rinnovo e l’edilizia ecologica. Tra le misure concrete ricordiamo programmi di formazione, scambi di buone prassi, sovvenzione di attività per privati e piccole e medie imprese, programmi di ricerca e fornitura di assistenza tecnica. Benché sia stata lanciata solo nel 2011 a Bruxelles e nel 2012 in Vallonia, l’iniziativa ha finora attirato 2.000 edifici privati e 5.500 edifici pubblici. I primi dati sulla creazione di posti di lavoro dovrebbero essere disponibili a breve.

Le alleanze, sia a Bruxelles che in Vallonia, si stanno occupando anche di altri settori come l’acqua, i rifiuti e gli alimenti. Una delle iniziative portate avanti dai ministri Verdi del governo della Regione di Bruxelles è la promozione di mense sostenibili.

Ad oggi hanno partecipato 95 mense che servono un totale di 80.000 pasti al giorno in scuole, aziende e servizi pubblici. L’assistenza pubblica offre un help desk per I responsabili delle mense, vari strumenti di autovalutazione della sostenibilità, attività di formazione, controlli della sostenibilità e sovvenzioni.

Nella regione di Bruxelles capitale, la domanda di alimenti sostenibili da parte dei consumatori è aumentata costantemente negli ultimi anni. Per esempio, dal 2009 al 2010 la domanda di alimenti biologici è aumentata del 20%. A Bruxelles, questo settore, che già ora dà lavoro a 2.500 persone, ha il potenziale di creare altri 3.633 posti solo nel segmento dell’agricoltura urbana, in campi che includono coltivazione, distribuzione alimentare, gestione dei rifiuti, informazione e comunicazione, perizia e consulenza.

BURGENLAND, AUSTRIA: ENERGIA VERDE LOCALE E NUOVI POSTI DI LAVORO

ATTIVITÀ:

Stimolo all’occupazione e alla crescita locale, riduzione della dipendenza da energia fossile

IN QUALI SETTORI SI CREANO POSTI DI LAVORO?

produzione di energia locale rinnovabile, agricoltura e silvicoltura sostenibili, ricerca e sviluppo correlati

CHI?

Forte partecipazione di cittadini, ricercatori, piccole e medie imprese e agricoltori locali

SUCCESSI:

5.560 posti di lavoro creati in tutto il Land; 1.000 creati a Güssing con l’arrivo di 50 nuove imprese; il Burgenland è divenuto la prima regione in Europa indipendente dal punto di vista energetico

Nel 1997, il Land austriaco del Burgenland si prefisse l’obiettivo di divenire indipendente dal punto di vista energetico entro il 2050, generando elettricità da fonti locali rinnovabili.

In questo contesto gli obiettivi erano stimolare l’occupazione locale e lo sviluppo economico riducendo nel contempo la dipendenza da energie fossili e la spesa energetica del Land. Nel 2013, il Burgenland è in effetti divenuto la prima regione in Europa capace di coprire il proprio fabbisogno di elettricità con risorse rinnovabili locali, ossia energia eolica, solare e biomassa. Questa strategia ha portato alla creazione di 5.560 posti di lavoro in un Land di 284.000 abitanti e all’aumento del reddito pro capite dal 71% (1995) all’81% (2008) della media degli UE-15.

Tra i 250 progetti avviati in tutto il Burgenland, la città di Güssing si è incentrata sulla produzione di biomassa a partire da risorse locali della silvicoltura e dell’agricoltura, costruendo numerosi impianti di teleriscaldamento e un impianto elettrico a biomassa. La realizzazione di questi progetti ha richiamato nel Burgenland numerosi esperti di biomassa, dando adito all’istituzione del Centro europeo per le energie rinnovabili e di un centro specializzato nella ricerca sulla bioenergia, il ‘Technikum’. Questo pool di ricerca ha permesso a Güssing di sviluppare tutte le tecnologie esistenti in materia di conversione della biomassa in energia.

Il risultato è stato la creazione di 1.000 nuovi posti a Güssing, che ha una popolazione totale di 27.507 abitanti, e lo sviluppo di più di 50 nuove imprese che sono state create o si sono trasferite in città negli ultimi 20 anni. Questo ha fatto di Güssing una sorta di modello per altre regioni che intendono adottare misure per la protezione del clima.

Molto tempo, sforzi e risorse sono stati dedicati a campagne di comunicazione e sensibilizzazione per informare i cittadini su come potevano contribuire all’indipendenza del Burgenland e dei vantaggi che un approccio sostenibile e ambientalmente compatibile avrebbe apportato alla loro regione.

L’accesso a ulteriori fondi è indispensabile per la transizione verde del Burgenland. I Verdi austriaci si sono battuti attivamente per ottenere maggiori risorse e un uso ancora più efficiente degli investimenti pubblici per consentire alla regione di perseguire, con sempre maggiore successo, la sua agenda verde.

LE MANS E PAYS DE LA LOIRE, FRANCIA: POSTI PER LAVORATORI DI SETTORI IN CRISI

ATTIVITÀ:

creazione di nuovi posti e formazione per lavoratori di settori in crisi

IN QUALI SETTORI SI CREANO POSTI DI LAVORO?

Energia eolica, settore edile, imprese locali, piccole e medie imprese

CHI?

Giovani e disoccupati, lavoratori dei settori automobilistico, aeronautico ed elettronico

SUCCESSI:

Il 90% dei lavoratori formati ha trovato un nuovo lavoro; 6.240 persone lavorano ora nel settore eolico della regione; mitigazione dell’impatto della recessione

Un programma di formazione a Le Mans, nella regione Pays de la Loire nel Nord-ovest della Francia, aiuta i giovani disoccupati e I lavoratori di settori in crisi, principalmente del settore automobilistico e del suo indotto, a trasferire le loro competenze su nuove mansioni nel settore dell’energia eolica. In effetti sorprende, ma il 95% delle competenze relative alla fabbricazione e alla manutenzione di automobili può essere trasferito al settore eolico, e ben il 90% dei 150 lavoratori formati dal 2009 hanno trovato lavoro in quel settore, mentre il 5% sono ancora in formazione. Le Mans è l’unico luogo in Francia che offre formazione per lavoratori destinati al settore eolico offshore.

Il programma di formazione rientra nell’ ambito di una strategia più ampia portata avanti dal Consiglio regionale del Pays de la Loire per sviluppare un nuovo settore eolico locale e creare così nuovi posti di lavoro e opportunità per le imprese. L’obiettivo, per il settore onshore, è di aumentare la capacità di generazione di energia eolica dagli attuali 480 a 1.750 megawatt entro il 2020. In parallelo, si fanno anche grandi sforzi per lo sviluppo di un settore eolico offshore stimolando le competenze tecniche, la ricerca, la formazione, la fabbricazione e l’ assemblaggio di componenti per turbine, la relativa logistica, installazione e manutenzione. La regione intende utilizzare al meglio il suo patrimonio di lavoratori specializzati, traendo vantaggio dalla loro grande esperienza nei settori automobilistico, aeronautico ed elettronico, oltre che dal settore marittimo regionale.

Oggi, il settore eolico della regione Pays de la Loire dà lavoro a 6.240 persone e 170 imprese locali, molte delle quali piccole e medie imprese, per esempio del settore edile. La capacità di energia eolica della regione è aumentata del 166% dal 2009, e nel 2013 la regione si è classificata al sesto posto in Francia in termini di capacità eolica installata. L’attività in questo settore ha inoltre contribuito a mitigare l’impatto economico della recessione sulla regione, il cui tasso di disoccupazione rimane tra I più bassi in Francia (9,1% nel 2013).

Il partito dei Verdi francese, Europe Écologie – Les Verts (EELV), è stato la forza motrice della trasformazione in atto nella regione Pays de la Loire. Per esempio, nel presiedere la Commissione del Consiglio regionale per l’occupazione e la formazione, ha garantito lo sviluppo di adeguati corsi di formazione per i settori verdi.

REGIONE DELLA NAVARRA, SPAGNA: CREARE LAVORO E UN’ECONOMIA RESISTENTE

ATTIVITÀ:

creazione di un settore delle energie rinnovabili per ridurre la dipendenza da costose importazioni di combustibili fossili, costruire un’economia resistente e generare posti di lavoro locali e stabili

IN QUALI SETTORI SI CREANO POSTI DI LAVORO?

Settore delle energie rinnovabili e piccole e medie imprese dell’indotto

CHI?

Sindacati, società civile, ricercatori, autorità locali, imprese locali, lavoratori, giovani e disoccupati

SUCCESSI:

creazione di 3.800 posti, l’81% dell’elettricità consumata proviene ora da fonti locali rinnovabili; la resistenza dell’economia locale alla crisi è superiore alla media del resto della Spagna

Alla metà degli anni ‘80, l’86% dell’energia consumata in Navarra non era prodotta localmente. Oggi la regione, che era estremamente dipendente dai combustibili fossili importanti e dalle relative enormi fluttuazioni di prezzo, è divenuta un leader nella generazione di energie rinnovabili. Nel 1994, quando fu adottato il primo piano per le energie rinnovabili, la regione era caratterizzata da redditi elevati e bassa disoccupazione. Tuttavia, la sua economia dipendeva da pochi settori industriali, in particolare l’industria automobilistica, che minacciava di delocalizzare la produzione fuori dalla Spagna.

Il governo regionale, determinato a dipendere meno dalle costose importazione di combustibili fossili, a costruire un’economia più resistente e a creare posti di lavoro stabili ha allora lanciato, insieme a sindacati, società civile, autorità locali e associazioni di imprese una strategia volta a permettere il passaggio da risorse energetiche fossili a risorse locali e rinnovabili. Per far fronte alla carenza di lavoratori specializzati fu istituito un Centro di formazione per le energie rinnovabili dedicato ai giovani, ai disoccupati e ai lavoratori già occupati. Nel contempo, fu creato un centro nazionale per la ricerca applicata sulle energie solare, eolica e sulla biomassa. Il centro, che oggi è internazionalmente riconosciuto e dà lavoro a 200 ricercatori, realizza progetti nei cinque continenti avvalendosi di tecnologie di punta.

Sebbene molto debba ancora essere fatto per eliminare completamente l’uso di combustibili fossili, sono già stati ottenuti risultati impressionanti: per esempio, in Navarra, il settore delle energie rinnovabili comprende oggi più di 100 imprese, tra cui fabbricanti di turbine eoliche e componenti fotovoltaici, operatori che prestano servizi di gestione e manutenzione di sistemi per energie rinnovabili, e laboratori di ricerca e sviluppo. Nel loro complesso queste società generano un fatturato annuo pari a 3,5 miliardi di euro, dando lavoro a 3.800 persone (2,6 volte in più del totale del 2002) e generando il 5% del PIL della regione (più del doppio della media del settore in Spagna rispetto al PIL nazionale (2,4%)).

Le società basate in Navarra fabbricano il 17% delle turbine eoliche vendute nel mondo. In termini di produzione di energie rinnovabili, l’81% dell’elettricità consumata in regione proviene ora da fonti locali rinnovabili (rispetto al 42,4% della Spagna nel suo complesso, e al 20,6% dell’Europa secondo i dati del 2011). La regione si è rivelata particolarmente resistente all’impatto della crisi economica, e dal 2008 il PIL della Navarra è diminuito del 5,1% in meno rispetto al PIL nazionale nello stesso periodo.

LONDRA, REGNO UNITO: LE COMUNITÀ LOCALI SI ATTIVANO PER COMPETENZE

E POSTI DI LAVORO VERDI

ATTIVITÀ:

le comunità locali prendono l’iniziativa per rendere il loro vicinato più verde e inclusivo formando persone alla ricerca di lavoro alle competenze verdi e creando posti di lavoro

IN QUALI SETTORI SI CREANO POSTI DI LAVORO?

Raccolta di acqua piovana, isolamento degli edifici, consulenza per l’accesso a sovvenzioni, installazione di sistemi fotovoltaici, giardinaggio di comunità, acconciatura, riciclaggio, gestione dei rifiuti

CHI?

Comunità locali, datori di lavoro, cercatori di lavoro, sindacati, educatori, autorità locali

SUCCESSI:

creazione di oltre 500 opportunità di formazione, un centinaio di persone disoccupate formate e con offerte di lavoro, accordi con grandi imprese per tirocini e occupazione

Il settore verde nel Regno Unito è visto sempre più come un’importante fonte di crescita per il paese. Nel 2011/2012 questo settore ha dato lavoro direttamente a quasi mezzo milione di persone a tempo pieno. Si prevede la creazione di altrettanti posti entro il 2020.

Nel 2011, datori di lavoro, sindacati, educatori, autorità locali e membri della comunità hanno lanciato il London Green Skills Partnership (Partenariato londinese per le competenze verdi) per sfruttare il potenziale del lavoro verde. Si tratta di un’iniziativa partita dal basso che si prefigge tre obiettivi: creare reti locali che lavorino insieme; fornire formazione, competenze ed esperienza di lavoro a persone locali, inclusi i disoccupati, e trasformare le comunità in luoghi più verdi, sicuri, puliti e più inclusivi.

Le persone in cerca di lavoro sono formate con competenze di base o specialistiche necessarie al passaggio a lavori verdi in campi diversi come il retrofitting degli edifici, l’acconciatura e la gestione dei rifiuti. Le persone formate fungono anche da ‘ambasciatori verdi nel loro vicinato e nel loro luogo di lavoro, condividendo le loro competenze verdi con colleghi e vicini per promuovere ulteriormente il cambiamento.

Si stanno creando posti di lavoro verdi nella raccolta di acqua piovana, isolamento degli edifici, consulenza per l’accesso a sovvenzioni, installazione di sistemi fotovoltaici, giardinaggio di comunità (taglio di erba, gestione dei parchi, compostaggio), uso di prodotti eco-compatibili per gli acconciatori, riciclaggio, gestione dei rifiuti e consigli per la riduzione dei rifiuti. Dopo una prima fase nelle zone Est e Sud di Londra, il Partenariato si è espanso all’intera città e sta prendendo piede in altre parti del paese. Successi:

• Creazione di oltre 500 opportunità di formazione mediante varie iniziative

• Fornitura di formazione ed esperienza diretta di lavoro nei settori dell’ orticoltura, della gestione dei rifiuti e del retrofitting per 100 persone disoccupate

• Creazione di una cooperativa pilota di lavoratori, la New Leaf Collective, per integrare la generazione di energia rinnovabile nel retrofitting sostenibile degli alloggi sociali

• Conclusione di accordi con alcune delle maggiori aziende di costruzioni del paese e fornitori di servizi per tirocini, colloqui di lavoro garantiti, apprendistato e opportunità di lavoro per lavoratori

e disoccupati del Sud di Londra in settori inerenti al risparmio energetico e alla sostenibilità.

REPUBBLICA CECA: NUOVI POSTI DI LAVORO E RISPARMIO ENERGETICO

ATTIVITÀ:

Creazione di posti di lavoro locali e stabili e risparmio energetico per le famiglie

IN QUALI SETTORI SI CREANO POSTI DI LAVORO?

Piccole e medie imprese del settore edile

CHI PARTECIPA?

Singole famiglie, che beneficiano di sovvenzioni e risparmio energetico

SUCCESSI:

Creazione o mantenimento di circa 16.000 posti di lavoro, più il potenziale di crearne altri 70.000 a lungo termine entro il 2020; risparmio fino a 1,5 miliardi di euro annui nella spesa energetica delle famiglie; riduzione delle emissioni di CO2

Nel 2009, un ministro Verde ha lanciato il programma nazionale di risparmio verde (2009-2012) che promuove il risparmio energetico nelle abitazioni private accordando ai partecipanti sovvenzioni fino al 30-75% delle spese sostenute.

Il programma prevede il miglioramento dell’isolamento (p. es. Sostituendo vecchi infissi e porte), la sostituzione di boiler antiquati, l’acquisto e installazione di impianti solari e la costruzione di nuove abitazioni che rispettano i criteri di efficienza energetica. Le sovvenzioni erano finanziate dalla vendita pubblica di quote di emissione di CO2 nel quadro dell’ETS (Sistema europeo di scambio di quote di emissione), che implementa il protocollo di Kyoto in Europa. In questo modo il programma non grava sui contribuenti o sul bilancio dello Stato.

Tra il 2009 e il 2012, più di 250.000 famiglie nella Repubblica ceca si sono avvalse del programma per un totale di 967 milioni di euro. La riduzione stimata di emissioni di CO2 grazie al programma alla fine del 2012 era di 864.000 tonnellate all’anno, equivalente alle emissioni totali di una città ceca di 69.000 abitanti.

Sono stati creati o mantenuti circa 16.000 posti di lavoro, principalmente in piccole e medie imprese del settore edile. In generale, le sovvenzioni erogate dal governo con questo programma faranno risparmiare alle famiglie fino a 1,5 miliardi di euro annui solo per le spese di riscaldamento.

Si stima che la prosecuzione del programma (dal 2013 al 2020) porterà alla creazione o al mantenimento di non meno di 70.000 posti di lavoro.

 

COLOPHON

Questa pubblicazione è stata prodotta dal gruppo di lavoro Green New Deal del Verdi/ALE del Parlamento europeo. La prima parte è basata su precedenti lavori della deputata europea Elisabeth Schroedter, in particolare l’opuscolo “Green Jobs. The opportunity for the European labour market”, pubblicato nel 2011, e la Risoluzione del Parlamento europeo del 7 settembre 2010 sullo sviluppo del potenziale occupazionale di una nuova economia sostenibile, relatrice: Elisabeth Schroedter.

 

Ricerca: Ana Belen Sanchez and Daniza Hanz, Sustainlabour,

www.sustainlabour.org Design: Wickedfruit, www.wickedfruit.com

 

La presente pubblicazione è stata resa possibile grazie ai contributi dei nostri partner e colleghi dei partiti Verdi nazionali, rappresentanti e membri delle numerose iniziative per la creazione di posti di lavoro verdi a livello nazionale, regionale e locale presentate in questo opuscolo, gli uffici dei deputati europei partecipanti ai gruppi di lavoro Verdi/ALE Green New Deal e Climate Core e i consulenti politici e il personale del gruppo Verdi/ALE.

 

Coordinamento: Stefanie Hundsdorfer, Green New Deal Advisor, gruppo Verdi/ALE. Assistenza: Lonneke Bentinck

 

Per saperne di più su Green New Deal: www.greennewdeal.eu

 

I Verdi/ALE del Parlamento europeo

Rue Wiertz 60 – 1047 Bruxelles – Belgio