Petizione a Matteo Renzi – No alla riduzione retroattiva degli incentivi sul fotovoltaico

Dai mezzi di informazione si apprende dell’intenzione del Governo italiano di ridurre gli incentivi al fotovoltaico garantiti dai vari Conto Enerigia I,II,III, IV e V, in misura del 20% con un estensione della durata dell’incentivo stesso da 5 a 7 anni.

Questo è un provvedimento alquanto discutibile per i seguenti motivi.

In primo luogo l’Italia fa fatica ad attrarre investimenti dall’estero per via dell’estrema incertezza e variabilità del quadro normativo, con l’effetto di avere estrema aleatorietà sui ritorni dell’investimento effettuato. Questo provvedimento confermerebbe ulteriormente l’elevata aleatorietà delle norme italiane. Inoltre questa norma sarebbe retroattiva rispetto a contratti da anni in essere, per cui come si può pretendere che si investa in un paese in cui lo Stato modifica per legge i contratti ventennali stipulati con decine di migliaia di soggetti che hanno installato impianti fotovoltaici?

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In secondo luogo il governo da un lato intende appianare i debiti pregressi delle pubbliche amministrazioni per un ammontare di 60 miliardi, e dall’altro intende rinviare di 5 o 7 anni i pagamenti per miliardi di euro a migliaia di soggetti che forniscono energia da fonte fotovoltaica in Italia, un evidente paradosso.

In terzo luogo si osserva che per mantenere invariato il ritorno dell’investimento effettuato con i nuovi incentivi ridotti del 20% occorre tenere presente che un impianto fotovoltaico, come tutti gli impianti complessi, è soggetto a guasti che si possono presentare con maggiore probabilità verso il termine della vita dell’impianto. Essendo che gli impianti fotovoltaici hanno generalmente tempo di vita di 20/25 anni, oltre i 20 anni è molto probabile che vi siano dei guasti ai pannelli o all’inverter. Inoltre allungando il periodo necessario per avere la somma totale di incentivo previsto vi è maggiore probabilità che eventi naturali quali grandine o fulmine rovinino in modo irreparabile l’impianto fotovoltaico. Risulta quindi che il rischio dell’investimento effettuato viene modificato al rialzo in corsa e questo deve essere adeguatamente tenuto in conto nel calcolo degli anni aggiuntivi che compenserebbero la riduzione dell’incentivo al kwh, al fine di garantire un rendimento adeguato all’aumentato rischio dell’investimento. Gli incentivi al kwh non sono soggetti a rivalutazione, ma rimangono fissi nel tempo, questo implica che il valore effettivo dell’incentivo al netto dell’inflazione diminuisce nel tempo.

Occorre poi aggiungere che il fotovoltaico ha contribuito a consentire all’Italia di centrare sostanzialmente gli obiettivi del protocollo di Kyoto ed evitare costi che si sarebbero dovuti pagare nel caso di maggiore distanza dagli obiettivi di Kyoto, nonché a ridurre i rischi climatici legati al surriscaldamento globale.

Inoltre l’energia fornita dagli impianti fotovoltaici contribuisce fortemente a calmierare il costo all’ingrosso dell’energia elettrica, con beneficio indiretto anche sulle bollette per gli utenti finali.

Per i motivi sopra esposti i sottoscritti chiedono che il governo non modifichi gli incentivi per gli impianti fotovoltaici già entrati in funzione