Occorre dire basta alla “patrimoniale” del dissesto idrogeologico. Senza messa in sicurezza e’ tassa a fondo perduto di 3,5 mld all’anno
“Occorre dire basta alla ‘patrimoniale’ del dissesto idrogeologico che ogni anno impone ai cittadini italiani un tributo pesantissimo in termini economici e di sicurezza.Frane e alluvioni in Italia continuano ad aumentare anche per effetto dei cambiamenti climatici in atto che stanno già moltiplicando gli eventi metereologici estremi : da poco più di 100 eventi l’anno tra il 2002 e il 2006 siamo gradualmente arrivati ai 351 del 2013 e alle centinaia che hanno già flagellato l’Italia quest’anno, con le conseguenze tragiche di Genova e Carrara. O si mettono realmente sul piatto i 40 miliardi di euro necessari per mettere in sicurezza il suolo italiano dal rischio idrogeologico, o il nostro Paese è condannato a rassegnarsi e a pagare una tassa a fondo perduto, perché il costo complessivo dal 1994 ad oggi per rimediare ai danni provocati in Italia da terremoti, frane e alluvioni dal 1994 è di 242,5 miliardi di euro, circa 3,5 miliardi l’anno, e gli eventi luttuosi e gli sfollati continueranno ad essere una tragica costante”.
Lo dichiara l’esponente di Green Italia Roberto Della Seta, già presidente nazionale di Legambiente, intervenuto oggi a Sky Tg 24.
“Aver sostanzialmente fermato per un giorno una metropoli come Roma per motivi precauzionali – continua Della Seta – significa incidere negativamente sull’economia della città, ma è una scelta inevitabile se alle parole non seguono i fatti: in Italia in mezzo secolo il consumo di suolo è aumentato più del doppio, e si continua a cementificare senza sosta, urbanizzando le aree classificate a rischio idrogeologico, con abitazioni, interi quartieri, insediamenti industriali e attività produttive nelle aree di espansione naturale dei corsi d’acqua o dei versanti montuosi instabili”.
“E’ la scienza, e anche l’esperienza quotidiana, che ci dicono che la radicalizzazione degli eventi atmosferici è dovuta in gran parte all’innalzamento della temperatura terrestre, per cui l’Italia deve giocare con l’Europa la vera sfida globale dei nostri tempi, puntando a target ambiziosi e vincolanti in termini di riduzione dell’inquinamento. Sulla messa in sicurezza del territorio l’Italia deve invece affrontare da sola la partita, con una posta in palio che è veramente altissima” – conclude Della Seta.