Monica Frassoni:”Al Parlamento Europeo arrivano i fumi dell’Ilva”
“Anche i tarantini sono cittadini europei: sull’inquinamento la Commissione mostri la stessa energia che per chiedere di agire sul debito pubblico”.
Lo dichiara Monica Frassoni, presidente del Partito Verde europeo.
La commissione Petizioni del Parlamento Europeo oggi, 17 ottobre, ha trattato il tema dell’inquinamento da diossina nella città di Taranto.
L’audizione di Antonia Battaglia in rappresentanza delle due associazioni, PeaceLink e Fondo Anti-diossina alla Commissione Petizioni è stata un momento rilevante perché ha reso evidente che la questione dell’ILVA non deve più essere considerato un problema dei tarantini; è un tema che interpella direttamente e pubblicamente le istituzioni europee e le incita ad intervenire. Nonostante questo, è abbastanza desolante notare come NESSUN deputato italiano fosse presente, a parte la Presidente Mazzoni, che ha annunciato in conclusione che la petizione rimaneva aperta e la sua commissione avrebbe continuato ad occuparsene.
Qualche settimana fa la Commissione Europea ha deciso di aprire una procedura di infrazione sull’ILVA per violazione delle direttive sulla responsabilità ambientale e sulle Emissioni Industriali; questa decisione è stata certo tardiva, ma importante, perché ha dato visibilità e legittimità alla battaglia di quei cittadini, movimenti che da tempo denunciano la situazione insostenibile di inquinamento e degrado provocato dall’ILVA; e soprattutto rende evidente che non si tratta di una situazione di inevitabile contrasto fra lavoro e salute, ma della conseguenza della costante inosservanza da parte della proprietà di tutte le regole possibili in materia di prevenzione, bonifica e riparazione dei danni che negli anni si sono venuti accumulando, con la colpevole connivenza delle istituzioni”
“Oggi, almeno per il tempo dell’audizione al PE, si è potuta ridurre la distanza fra le istituzioni europee e i cittadini, che tanto ha danneggiato l’UE in questi anni di cieca austerità.
Auspichiamo che i parlamentari decidano di mantenere la pressione sulla Commissione europea perché sia presente e pro-attiva nei confronti del governo italiano e perché si trovino soluzioni rapide per alleviare la sofferenza dei cittadini di Taranto. La Commissione europea è molto dinamica quando si tratta di controllare il rispetto del limite del 3% del debito pubblico, appellandosi alla necessità di rispettare le regole. Si dimostra spesso molto più tollerante e permissiva su violazioni anche gravi delle regole ambientali, che toccano direttamente la qualità di vita e la salute dei cittadini. Noi auspichiamo perciò che la procedura d’infrazione proceda con speditezza e trasparenza: le risposte dello Stato italiano alle obiezioni della Commissione devono essere pubbliche e la Commissione non deve lasciare passare ancora mesi e mesi prima di pretendere dall’Italia un piano di azione molto più efficace e concreto rispetto alle ultime norme approvate, che in realtà, come constatato dalla Commissione stessa, rendono ancora meno stringenti l’obbligo dell’impresa di intervenire nella bonifica e nel miglioramento delle condizioni di produzione.
” A Taranto la diossina é ovunque, non ci sono esseri umani o animali che sono stati risparmiati e i suoi effetti sta no devastando velocemente cio’ che non é stato ancora devastato fino ad ora. Niente puo’ sopravvivere e restare in buona salute a quelle concentrazioni di inquinamento” ha detto Antonia Battaglia nel suo discorso.
” IL 26 Settembre 2013, con il lancio della procedura di infrazione, Taranto é diventata una città europea. Noi non vogliamo morire di produzione, lo abbiamo già fatto per decenni, é ora di cambiare e abbiamo bisogno del vostro aiuto. Per favore, non lasciate che il mio appello cada nel vuoto. Ci auguriamo che le istituzioni europee possano rapidamente aiutare a dare al caso ILVA delle prospettive concrete di risoluzione, in modo da alleviare la sofferenza di Taranto e dei suoi cittadini” Ha concluso Battaglia.