Ministro Franceschini intervenga: sul paesaggio toscano in ballo l’art.9 della Costituzione
“La difesa del paesaggio toscano rappresenta una grande questione nazionale per chiunque abbia a cuore l’unicità del paesaggio italiano e la difesa della bellezza. Il vergognoso testo del Piano paesaggistico regionale, frutto avvelenato del consociativismo tra Pd e Fi, rappresenta infatti una solida garanzia per diverse lobby e per i loro interessi opachi. Per questo chiediamo al Governo e specificatamente al Ministro dei Beni culturali Franceschini di intervenire, in difesa di una questione che va ben oltre le competenze regionali e che invece rappresenta oggettivamente un attacco frontale all’articolo 9 della Costituzione”.
Lo dichiarano in una nota, tornando sulla questione, gli esponenti di Green Italia Monica Frassoni, Fabio Granata, Annalisa Corrado e Oliviero Alotto, che in difesa del piano paesistico toscano hanno già sottoscritto e rilanciato l’appello corale delle associazioni ambientaliste, nonché promosso a Pisa un seminario tematico assieme al consigliere civatiano Stefano Landucci (di recente uscito dal PD, anche in Toscana sempre più ostaggio delle larghe intese).
“L’approvazione del testo attuale, che – continuano gli esponenti di Green Italia – accoglie le istanze espresse da quanti vogliono proseguire nello sfruttamento speculativo delle coste, delle colline, delle zone boschive, delle cave, dei bacini fluviali, renderebbe nei fatti più debole anche l’ambiziosa e innovativa legge urbanistica regionale approvata lo scorso novembre, finalmente indirizzata a mettere un freno al consumo di suolo e alla cementificazione selvaggia del territorio. Come hanno ben sottolineato anche 25 intellettuali stamattina (tra cui Montanari e Settis), con il loro accorato ed indignato appello, il Paesaggio, bene non rinnovabile, e’ un tassello imprescindibile del patrimonio culturale e della stessa identità toscana e nazionale e va difeso e tutelato secondo i principi della Costituzione, della convenzione europea sul Paesaggio e del buon senso, e di questo dovrebbe farsi garante senza indugi il governatore della Toscana Enrico Rossi, fin troppo timido sulla vicenda, in difesa del lavoro di altissimo livello della assessore Anna Marson”.