Non vogliamo qui riprendere quel filo del ragionamento assai stimolante per il quale rimandiamo volentieri all’articolo originale e soprattutto agli scritti di Bobbio, ma vorremmo piuttosto applicarlo a una vicenda assai grave che rischia di consumarsi in questi giorni: la chiusura di Mare Nostrum.
Non vogliamo nemmeno ribadire qui i numeri che ha ricordato Rossana Calistri nel precedente editoriale e le motivazioni concrete per cui chiudere quell’operazione rappresenterebbe un terribile salto nel buio.
Il punto, ancora più generale, è che la scelta su Mare Nostrum rappresenta uno spartiacque ideologico eclatante. Per Bobbio sarebbe chiarissimo nelle sue definizioni “minime”: se fai gli atti che salvano vite – anche una sola – di deboli stai da una parte, se volgi lo sguardo altrove stai dalla parte opposta.
E allora se non desta stupore, ma semmai solo amarezza, che il conservatore Cameron, spaventato peraltro dall’avanza degli xenofobi di UKIP, decida di non collaborare più ad alcuna iniziativa europea mirata al salvataggio in mare dei migranti. E se per noi è solo una conferma se un ministro del Nuovo Centro Destra (e qui il ricordo di Bobbio sulla differenza tra destra e sinistra trova nuovo vigore), quale il nostro Angelino rivendica a sé il merito della chiusura di Mare Nostrum, ciò che sarebbe davvero inaccettabile è se un Governo a guida del segretario del Pd (membro del Partito Socialista Europeo) davvero procedesse nell’abbandono di quella operazione.
Non si tratta di contare i “morti evitati”, ancor prima di questa lugubre statistica ci sono valori, idee, appunto ideologie nel senso più alto e positivo del termine.
O di qua o di là , non ci sono mezzi termini e compromessi: Presidente Renzi terrà aperto Mare Nostrum e continuerà a impiegare i nostri mezzi per salvare ed accogliere uomini, donne, bambini in fuga da situazioni disperate, o sceglierà di voltarsi dall’altra parte?