Lione-Torino, poniamo fine allo spreco e concentriamoci sull’ammodernamento delle infrastrutture
Articolo di Monica Frassoni, Curzio Maltese* e Karima Delli** su Huffington Post
In vista del vertice franco-italiano del 24 febbraio che si terrà a Parigi, noi, parlamentari europei, responsabili locali ed associazioni dei cittadini, membri dellataskforce contro la Torino-Lione, abbiamo deciso di inviare questa lettera aperta ai governi francesi ed italiani affinché smettano di spendere il denaro dei contribuenti per questo progetto tanto faraonico quanto inutile.
Signor presidente della Repubblica francese, Signor presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana,
Voi pensate di poter impegnare la Francia e l’Italia, con il sostegno delle istituzioni europee, nel progetto di collegamento ferroviario tra Lione e Torino, che comporta una spesa inaccettabile, tanto più quando il finanziamento del tunnel non è sicuro.
L’Accordo franco-italiano del 2012 a direzione del progetto prevede, tra gli altri, l’obbligo di certificare i costi del tunnel prima dell’inizio dei lavori di costruzione, obbligo ricordato dalla Corte dei conti francese in una sintesi dell’1 agosto 2012 e dal Primo ministro francese in un mail di risposta dell’8 ottobre 2012. Nonostante ciò, il bando per effettuare la certificazione dei costi è stato poi semplicemente annullato dalla società Lyon ferroviaria Torino (Ltf) stessa.
Questa certificazione dei costi resta una questione di buon senso. Sembra, infatti, inimmaginabile coinvolgere l’Europa, la Francia e l’Italia in una spesa che non è stata prima valutata da terzi. Da questa dipende il rispetto dei trattati dell’Ue e dei contribuenti in particolare francesi, italiani ed europei, che non possono più tollerare eccessi di spesa irresponsabili e approssimazioni per grandi opere, tanto più in tempi di crisi economica e austerità fiscale.
Questo progetto è recentemente entrato anche nel mirino della più alta autorità europea nella lotta contro la frode. L’Olaf ha appena aperto un’inchiesta dopo aver studiato per tre mesi i documenti consegnategli in relazione a questo caso. Dichiariamo, dunque, che non potete prendervi la responsabilità di sostenere ulteriori spese, soprattutto quando l’analisi dei conti della Ltf dimostra che alcune aziende legate alla mafia (o “grande criminalità organizzata”) calabrese hanno ricevuto ordini e pagamenti per lavori non conformi.
Inoltre, da tempo la Corte dei conti francese, avvertita delle previsioni di traffico rivedute a ribasso, ha messo in dubbio la redditività socio-economica del progetto e ha raccomandato di non escludere un’alternativa che preveda “di migliorare la linea esistente”.
Di conseguenza, le decisioni che vanno prese immediatamente sono: riconsiderare radicalmente la costruzione di questa infrastruttura e fermare le spese relative, e concentrare tutti gli sforzi sul rinnovo della linea ferroviaria esistente. Semplici e meno costose, tali misure non differiscono dal metodo utilizzato con successo in Svizzera e in Austria, con i tunnel del San Gottardo e del Brennero.
È assurdo proseguire la costruzione della Torino-Lione, della quale ogni chilometro costa l’equivalente di un ospedale di 60.000 mq. In totale, questo progetto potrebbe costare più di 26,1 miliardi di euro. Allo stesso tempo, qualche progetto utile, di pubblica utilità veramente dimostrata, si vede negare finanziamenti in diversi paesi dell’Unione europea. “Due pesi, due misure” che alimentano la sfiducia dei cittadini europei nei confronti delle scelte fatte dai loro leader.
Prendere la decisione di fermare questo progetto non ipoteca per niente il nostro futuro, al contrario, lo assicura. È vostra responsabilità fare in modo che il trasporto si sviluppi sempre più sulle ferrovie già ristrutturate tra Lione e Torino. Al di là del vantaggioso risvolto economico che rappresenta questa alternativa, ricordiamo che siete anche responsabili della salute pubblica dei cittadini (considerando la presenza di amianto), ma anche della lotta contro il riscaldamento globale. Alla vigilia della COP 21 che si terrà in Francia, sarete giudicati per le vostre azioni concrete sul tema del trasferimento modale e non sulla base di nuove dichiarazioni senza futuro o di annunci ad effetto riportati dai media. Fino ad allora, c’è ancora tempo per agire.
La linea storica, usata oggi al 20% del suo potenziale, permette oggi di raggiungere gli obiettivi del Libro bianco dell’Unione europea per il trasporto, cioè un ritorno del 50% del trasporto merci dalla strada alla ferrovia o alle vie d’acqua. Prendendo in considerazione di cambiare strada rispetto al tunnel della Valsusa, darete un segnale reale di volontà di cambiare le priorità della politica dei trasporti dei nostri paesi non verso infrastrutture faraoniche, ma verso il trasferimento modale, anche al fine di essere coerenti con il nostro impegno nella lotta contro il riscaldamento globale e per migliorare la salute pubblica.
In un momento in cui l’Europa esige sforzi finanziari da parte di tutti i cittadini con misure di austerità e nega l’aiuto a paesi più in difficoltà come la Grecia, come potreste dare inizio ad un cantiere definitivo senza provarne prima l’equilibrio finanziario?
Questo progetto appartiene al passato, le sue conseguenze non sono né giustificate né giustificabili. Il futuro non sarà considerato sostenibile se non impariamo a valorizzare le infrastrutture già esistenti.La Task Force europea, composta da:
Monica FRASSONI (IT/VERDI)
Daniela AIUTO (IT/M5S)
Curzio MALTESE (IT/GUE)
Tiziana BEGHIN (IT/ M5S)
Michael CRAMER (DE/ VERDI)
Karima DELLI (FR/ VERDI)
Eleonora EVI (IT/ M5S)
Michèle RIVASI (FR/ VERDI)
Marco VALLI (IT/ M5S)
Fabio DE MASI (ALL/GUE)
Et Daniel IBANEZ (autore di Trafics en tout genre, Tim buctu éditions)
* Giornalista e scrittore, eurodeputato Lista Tsipras
** Eurodeputata Verdi europei