L’economia circolare non è uno slogan
di Umberto Zimarri – Ufficio di Presidenza Green Italia
Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Non si può che partire dalla celeberrima frase di George Orwell per raccontare l’ennesimo scempio che le istituzioni hanno compiuto alla bassa Ciociaria e all’Alta terra di Lavoro. Ieri, La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha deliberato la revoca della sua stessa decisione presa il 7 marzo 2019 nella quale accoglieva parzialmente i vincoli e le opposizioni del Mibact e del Comune di Roccasecca vincolando temporalmente la sopraelevazione della Discarica di Cerreto a 12 mesi. La motivazione, tra le righe, è sempre la stessa o questo sito o c’è l’emergenza. Motivazione tra l’altro palesemente falsa in quanto sono disponibili delle volumetrie in altre discariche pubbliche della Regione.
La nuova dead line della sopraelevazione è il 31 dicembre 2020 mentre dal punto di vista dimensionale il limite è stato fissato a 16 metri di altezza. Una montagna di rifiuti che sta modificando irrimediabilmente il paesaggio ed il territorio.
Non si tratta di seguire la logica non nel mio giardino, semplicemente ci si aspetterebbe dalle Istituzioni che rappresentano anche i cittadini di Roccasecca, San Giovanni Incarico, Colfelice e Pontecorvo (per citare i comuni limitrofi all’impianto), il rispetto dei diritti costituzionali, insomma, in particolare dell’articolo 3, quello che ci ricorda che tutti i cittadini sono uguali. Ancora una volta la volontà politica si è piegata alla legge del più forte e al potere economico. Non conta nulla la relazione dell’Ispra che evidenzia ripetuti superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione per manganese, ferro, arsenico, benzene, cloroformio, dicloropropano,1,2 dicloroetilene trans e 1,2 dicloroetilene cis., non conta nulla la delibera successiva della Provincia di Frosinone, non conta nulla il parere negativo del Ministero dei Beni Culturali, non contano nulla due interrogazioni parlamentari nel giro di pochi mesi presentate da Rossella Muroni al Ministro Costa, alle quali ovviamente non c’è stata nessuna risposta. Non contano nulla i rischi per la salute connessi a queste decisioni: non esiste alcun principio di precauzione per quei cittadini. Il tutto prende il sapore amaro della beffa visto che siamo da due mesi in casa per tutelare la salute nostra e delle persone che abbiamo accanto. Così mentre gli studi di numerose Università evidenziano la correlazione tra qualità dell’aria, sofferenze respiratorie e morti causate dal Covid, nessuno si degna di compiere un’indagine epidemiologica su quello che accade in questi comuni.
Lo sapete come viene definito il territorio nelle relazioni della ditta Proponente? Territorio poco nobile, meglio continuare da voi che compromettere altri territori. Insomma, Siete cittadini di serie B. In tutto questo risulta particolarmente sinistro, come la proprietà della discarica di Roccasecca sia la medesima della discarica di Civitavecchia e che la società New Green Roma, detentrice del sito di Monte Carnevale, sede individuata dal Comune di Roma per una nuova discarica, appartiene alla stessa proprietà.
Ovviamente, nulla è stato fatto da chi poteva e doveva decidere la situazione come la Regione Lazio. Anzi, ieri con una nota che risulta essere una dichiarazione di guerra al buon senso e un’offesa alla decenza ha subito commentato: “Bene, adesso avanti con la costruzione del V Bacino”. L’iter per la costruzione del V Bacino va avanti dall’autunno 2015. Prima bloccato grazie alla ferma opposizione dei comitati ambientalisti e della mancata emanazione del Piano Paesaggistico. Riparte nell’ottobre 2019, senza che questo sia stato reso pubblico. Viene autorizzato la Fase di VIA (valutazione di impatto ambientale) con una forma giuridica, alquanto insolita: giudizio positivo aspettando il parere del Ministero dei Beni Culturali. Il parere del Mibact è negativo, ovviamente, ma il procedimento è ancora lì. Anzi, è notizia di pochi giorni fa che Il Governo ha impugnato il piano paesaggistico della Regione Lazio perché non contiene una serie di vincoli presenti praticamente in tutto il resto d’Italia. L’Arpa in sede di conferenza ha elencato criticità tali sul sito da far tremare i polsi, ma la risposta ormai già la sapete: non contano nulla.
Tradotto praticamente la costruzione di un nuovo lotto di discarica significherebbe 450.000 metri cubi complessivi di rifiuti. La beffa e la rabbia crescono esponenzialmente quando si legge che questo progetto sarà funzionale alla bonifica della Valle del Sacco. Un nuovo concetto di economia green: bonificare da una parte, aprire le discariche 40 km più a sud. Nel frattempo, la popolazione è stremata, avvilita, incazzata nera da questa storia che va avanti ormai quasi da due decenni.
Alex Langer sosteneva che la conversione ecologica potrà affermarsi solo quando apparirà socialmente desiderabile: qui nel basso Lazio è diventata una necessità inderogabile per la salute pubblica e del territorio, peccato che chi ci governa la ritenga solamente uno slogan buono per riempire le prima pagine dei giornali. Peccato che le forze politiche che a parole si dichiarano per il Green New Deal nei fatti si comportino come dei perfetti inquinatori seriali.