La bellezza al centro della nuova politica

Tra i principi fondamentali della nostra Costituzione c’è la “tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione”. Una grande missione affidata alla Repubblica, quindi a tutti i cittadini, che viene però tradita da uno Stato che taglia i finanziamenti alla cultura, nega il sostegno alla ricerca, non tutela adeguatamente il nostro straordinario patrimonio artistico e monumentale e ancor meno si occupa del paesaggio, aggredito ogni giorno da speculazioni e abusi di ogni genere.

Abbiamo i centri storici più belli del mondo ma le periferie più brutte d’Europa, e in generale le nostre città sono oggi uno dei simboli più eloquenti dei mali italiani: consumo di suolo a ritmi elevatissimi; scelte urbanistiche quasi sempre dettate più da ristretti, potentissimi interessi speculativi che dall’interesse generale; gestione dei rifiuti che vede affiancate esperienze di assoluta eccellenza a molte altre, soprattutto nell’Italia centrale e meridionale, di desolante arretratezza; cronica e generalizzata inefficienza dei servizi di mobilità pubblica che determina congestione del traffico e livelli di inquinamento sistematicamente superiori alle soglie di legge e di rischio sanitario.

La bellezza e l’unicità del nostro del patromonio artistico culturale e paesaggistico italiano non è un giacimento da sfruttare (fino al suo esaurimento) ma la radice vitale dell’identità italiana, che consente alla nostra piccola nazione di avere un ruolo importante nel mondo globalizzato. Puntare alla bellezza significa difendere e rilanciare il valore autentico del Made in Italy che si dimostra sempre di più il presupposto del successo delle nostre attività produttive

Una politica concreta di difesa e rilancio della bellezza italiana deve cominciare da:

  • Adozione di nuovi indirizzi e regole in campo urbanistico che limitino fortemente il consumo di suolo e favoriscano la rigenerazione degli spazi urbani più degradati e problematici.
  • Revisione del patto di stabilità che sta paralizzando le amministrazioni comunali
  • Incentivi alle tecnologie della smart city, che sostengono sviluppo economico e qualità della vita urbana
  • Incentivi a una mobilità urbana rinnovata che punti sul trasporto pubblico e sulle altre forme di mobilità sostenibile (car sharing, car pooling, ciclabilità)