Inaugurata la Variante di Valico mentre le città sono sotto una cappa di smog. Un progetto che viene dal passato e che non guarda al futuro
Potrebbero sembrare due problemi separati a prima vista ma invece c’è nella realtà un legame indiscutibile tra i due avvenimenti. L’inaugurazione della Variante di Valico è certamente un successo per Autostrade e per i tanti governi di destra e di sinistra che l’hanno promossa ed autorizzata. E la sua realizzazione è una sconfitta per noi ambientalisti e verdi, che tanto ci siamo impegnati per contrastarla.
Ma resto convinta che sia stata una buona battaglia perchè il futuro non va in quella direzione, perchè la riduzione dei gas serra imporrà scelte diverse invece di far crescere il traffico su strada, che la consapevolezza che il consumo di suolo va fermato e che non c’è una crescita infinita, sono temi molto più diffusi di 30 anni fa.
Perchè “sbottigliare” il traffico al valico servirà a ben poco se i problemi stanno nei nodi urbani e lungo le tangenziali come accade a Bologna e Firenze,
Se la Variante di Valico avrà successo inevitabilmente aumenterà i flussi di auto e TIR sui due nodi di Bologna e Firenze dove proseguirà la discussione su tangenziali e bretelle di cui è nota la difficoltà ad individuare tracciati accettabili. E’ recente la decisione da parte dei sindaci della città metropolitana di Bologna di dire no al passante autostradale nella pianura bolognese e di tornare a ragionare di ampliamento della tangenziale urbana. Se questa è la prospettiva il traffico su strada aumenterà a ridosso delle città che già soffocano di traffico, dove bastano due mesi senza pioggia per portare le polvere sottili a livelli inaccettabili, con fenomeni che in futuro proprio a causa del caos climatico diventeranno sempre più frequenti.
Senza contare che in sede europea, oltre alla procedura d’infrazione aperta per la violazione dei limiti della qualità dell’aria ed il mancato risanamento, sono allo studio limiti più restrittivi per diversi inquinanti, tra cui le polveri sottili PM 2,5, quelle più insidiose per la salute umana.
Se poi realizzata la Variante di Valico il traffico restasse stabile, questo sarebbe un problema per i conti di Autostrade e per i tanti sostenitori politici, perché sarebbe stata realizzata una grande opera inutile.
Di sicuro la realizzazione dell’alta velocità Milano-Roma ha ridotto la quota modale dell’auto su questa tratta ed aumentato il numero di viaggi di breve distanza anche sull’autostrada, quelli a cui il nuovo valico autostradale e l’alta velocità servono a poco.
Perché sono le percorrenze di breve raggio per gli spostamenti – pendolari e non – intorno alle grandi città il vero nostro problema principale ed i grandi numeri da servire.
Manca il potenziamento dei servizi ferroviari metropolitani ed urbani, che invece è decisamente indietro rispetto a quello che era stato programmato, siamo al 30% di investimenti, di treni e servizi promessi sui nodi urbani.
E poi c’è il problema delle merci, che invece trarrà benefici dalla Variante di Valico, in termini di percorso, di pendenza e di chilometri effettuati.
Un incentivo alla crescita del trasporto su gomma, che oggi già assorbe oltre il 60% del traffico merci, mentre gli obiettivi di riduzione dei gas serra richiederebbero il riequilibrio modale, come sembra voler fare anche la legge di Stabilità 2016 del Governo appena approvata dal Parlamento, che sostiene con l’ecobonus l’intermodalità verso la ferrovia ed il trasporto marittimo.
Una misura giusta ma che rischia di non produrre i risultati attesi se il traffico su strada viene ancora agevolato con incentivi all’autotrasporto come avviene ancora oggi e da nuove infrastrutture come la Variante di Valico.
Non si intravede ancora un progetto concreto delle Ferrovie dello Stato di potenziamento del servizio merci che sembra non superare il 6% degli spostamenti merci, di sviluppo dell’intermodalità, di logistica integrata, di integrazione con i porti.
Sembrano questi – il trasporto pendolare ed il trasporto merci – gli obiettivi prioritari dei nuovi vertici aziendali di FS nominati di recente: speriamo davvero che questi obiettivi vengano perseguiti con la stessa determinazione che è stata dedicata all’Alta Velocità.
Infine vanno registrati dei mutamenti molto interessanti ed innovativi nel campo della mobilità: la sharing mobility sta cambiando l’atteggiamento verso l’auto, di cui è avviato l’uso condiviso senza la proprietà individuale. E’ un mutamento importante – dal possesso al servizio dell’auto – e vedremo che effetti produrrà sui flussi di traffico e sull’indice di motorizzazione. Nel 2014 come hanno dimostrato i dati c’è stata una ripresa del trasporto pubblico ed è aumentato l’uso della bicicletta.
In futuro il veicolo elettrico ad energia rinnovabile, in condivisione – e magari senza guidatore – sarà un elemento di forte innovazione per muoversi. Cosi come nei sistemi produttivi e della distribuzione delle merci ci sono delle innovazioni che cambieranno gli scenari conosciuti, come l’e-commerce e le stampanti 3D.
E la programmazione delle infrastrutture – a partire dalla revisione della lista delle opere della legge obiettivo che prevede oltre 1000 chilometri di nuove autostrade – è un elemento essenziale di innovazione delle politiche dei trasporti verso la sostenibilità.
La battaglia degli ambientalisti e dei verdi contro la variante di valico è stata una battaglia per un diverso sistema di mobilità, un tema che resta come dimostrano i blocchi del traffico nelle principali città, di scottante attualità. Sarebbe bello tornarne a ragionare pubblicamente.
di Anna Donati