Il ritiro delle direttive su aria e riciclo rifiuti e’ ad uso e consumo delle lobby
“Mai ci saremmo aspettati di dover rimpiangere Barroso, ma oggi la Commissione Europea ha toccato il fondo: il ritiro delle direttive sul ‘pacchetto aria’ e sull’ economia circolare annunciato dal vicepresidente Timmermans è una decisione ad uso e consumo di lobby e blocchi di potere economici che vogliono produrre secondo vecchi logiche, voltando le spalle al processo di innovazione garantito dalla green economy. L’annuncio di presenta nuove direttive suona come una minaccia all’ambiente e alla salute dei cittadini europei”.
Lo dichiarano Monica Frassoni (Copresidente del Partito Verde europeo) e Francesco Ferrante, esponenti di Green Italia.
“E’ risibile contrabbandare questa come la nuova politica europea, meno burocratica e meno restrittiva. L’intento che si cela dietro il ritiro delle due direttive – aggiungono Frassoni e Ferrante – è semplicemente quello di andare verso una deregulation per riportare indietro di decenni le lancette dell’Europa e gli sforzi che hanno permesso di migliorare la qualità dell’aria, e dunque le aspettative di vita dei cittadini. I tetti alle emissioni per i grandi inquinanti non sono battaglie contro i mulini a vento, ma misure che sono sostenute dalla forza dei numeri: fra benefici sanitari, in produttività guadagnata, in minori perdite delle rese agricole e danni agli ecosistemi, i risparmi economici dal prossimo decennio sarebbero ammontati da un minimo di 40 a un massimo di 140 miliari di euro, oltre alle decine di migliaia di vite umane salvate dai danni mortali dell’inquinamento. E altrettanto rilevante è l’impatto derivante da un utilizzo intelligente delle risorse e del loro recupero: in Europa il potenziale di risparmi si aggira nell’ordine dei 700 miliardi di dollari all’anno”.
“Ci auguriamo fortemente che il Pse non sacrifichi sull’altare delle larghe intese l’ambiente, la Green economy e persino la stessa salute dei cittadini” – concludono gli esponenti di Green Italia.