Il Parlamento europeo deve ridiventare il punto di riferimento di una battaglia per l’Europa contro nazionalismi ed estremismi

“Dopo i cinque anni della presidenza di Martin Schulz, l’interprete più convinto della Grande Coalizione tra popolari, conservatori e socialisti, che ha soffocato per anni ogni iniziativa coraggiosa del Parlamento europeo, Antonio Tajani è stato eletto oggi Presidente con 351 voti.
Ha vinto raccogliendo il sostegno di un’alleanza decisamente conservatrice, grazie anche all’ennesima piroetta del clown Verhofstadt, che, alla faccia del suo supposto europeismo, dopo avere provato a domare i 5 Stelle, ha scelto di  scommettere sul PPE di Schäuble, Orbán e Berlusconi, così come sull’alleanza con il gruppo conservatore ECR, guidato da un britannico pro-Brexit.
Questa è la maggioranza che esprime il nuovo presidente del Parlamento europeo, al quale vanno naturalmente i migliori auguri di buon lavoro. E’inutile dire che questo non era certo il risultato auspicabile per il Parlamento europeo e per l’Unione.
In un periodo storico particolarmente difficile, in cui la coesione dell’Unione europea è sempre più traballante, siamo convinti che il Parlamento europeo debba recuperare il proprio ruolo di rappresentante di un’Europa diversa da quella dei governi non solo dal punto di vista delle scelte politiche, che sono espressione di maggioranze elettorali, ma dal punto di vista della iniziativa politica, in particolare in materia di diritti civili, di trasparenza. Il Parlamento europeo deve ridiventare il punto di riferimento di una battaglia per l’Europa contro nazionalismi ed estremismi oggi sempre più necessaria.
Purtroppo, nonostante sia senza dubbio un europeista convinto, non pensiamo proprio che Antonio Tajani si distoglierà dalla linea marcata da Schulz e dai popolari tedeschi, né che la grande coalizione verrà finalmente superata. Sebbene molti deputati, tra i quali i Verdi, cerchino di resistere, il rischio che il Parlamento europeo scivoli sempre più verso un’irrilevanza pigra è sempre più reale. È una prospettiva preoccupante, soprattutto in un momento in cui occorre unirsi per affrontare l’asse Trump-Putini, sempre più esplicitamente ostile e minacciosa per il progetto europeo.
Vorrei  anche rendere omaggio alla candidata presentata dal Gruppo dei Verdi/Ale Jean Lambert, grande esperta in materia di immigrazione, asilo e politiche del lavoro, che ha fornito dei contributi fondamentali in queste importanti materie e alla campagna contro Brexit nel suo paese. Lambert ha ricordato agli Eurodeputati come i Verdi abbiano dato al Parlamento europeo l’opportunità di uscire dagli schemi e di non votare per i soliti noti, con la scelta di una donna di un gruppo più piccolo e addirittura di nazionalità britannica. Sarebbe stata un Presidente eccellente. La ringraziamo per la sua candidatura fresca e costruttiva.”
Lo ha dichiarato la co-presidente del Partito Verde Europeo, Monica Frassoni.