Il ministro Martina difenda la pizza, eccellenza italiana, e chieda il ritiro dello spot di Mc Donald
“Non bastava che il patrimonio alimentare italiano fosse perennemente in pericolo per via delle falsificazioni e dei prodotti italian sounding che invadono i mercati di tutto il mondo. Addirittura ora una grande multinazionale come McDonald fa una campagna in Italia contro uno dei piatti simbolo del Paese, la pizza, e lo fa proprio alla vigilia dell’Expo 2015, di cui è grande sponsor. Al Ministro delle Politiche agricole Martina chiediamo che si pronunci in difesa di un alimento che è parte preziosa del nostro patrimonio alimentare e culturale, e si adoperi per far si che Mc Donald ripensi questo atteggiamento fazioso che è francamente incomprensibile”.
Così i portavoce di Green Italia Annalisa Corrado e Oliviero Alotto in un appello aperto al Ministro Martina, che fa seguito alle polemiche e all’indignazione sollevate dallo spot di McDonald in cui viene utilizzato pretestuosamente un bambino per denigrare la pizza, in favore del fast food.
“La pizza napoletana – continuano gli esponenti di Green Italia – è stata recentemente candidata ad entrare nella lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, dove è presente da anni la Dieta Mediterranea, di cui la pizza è componente d’eccezione. Alle spalle di tutto ciò c’è un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, alla conservazione, alla trasformazione, alla preparazione e, in particolare, al consumo di cibo. E’ dunque un patrimonio che va difeso, e non può essere sminuito per motivi commerciali proprio nel Paese che è la patria del mangiare bene e sano”.
il Ministro Martina si adoperi per riparare alla campagna denigratoria di Mc Donald: chieda che venga ritirato lo spot e che Expo 2015 sia la cornice per una serie di iniziative riparatrici a favore del nostro patrimonio alimentare, di una dieta varia, sana ed equilibrata, della cultura a tavola contro l’utilizzo di cocktails di additivi, aromi e conservanti che forse “saziano” ma non “nutrono” proprio nessuno, tantomeno il pianeta” – concludono Corrado e Alotto.