Il bello dell’export

La_Repubblica-logoAntonio Cianciullo su Repubblica.it – Ci sono stati ministri che hanno dichiarato che con la cultura non si mangia. Figuriamoci cosa penseranno della bellezza: non vale nemmeno il caffè. Eppure che l’Italia possa ripartire proprio da qui, dalla bellezza, è un’idea che comincia a diffondersi. Non la si trova ancora con coerenza nelle misure di governo – l’ultimo atto di pigrizia intellettuale è stata la proposta di far crescere cemento attorno agli stadi – ma a guardare bene si legge nell’andamento del Pil. Lo ha sottolineato oggi, durante il convegno sulla Grande bellezza organizzato da Green Italia, Santo Versace: “Ormai la quota di prodotto interno lordo che dipende dall’export è cresciuta fino a superare il 30%. Dietro a questi prodotti c’è l’immagine di un paese che è il simbolo della bellezza”. L’Italia che vince la crisi è quella che mette assieme paesaggio e tecnologia, innovazione e tradizione. Con un quadro di certezze normative andrebbe più veloce.