Grande successo del convegno “La Grande Bellezza”
Cultura e paesaggio, ricerca e innovazione: l’economia della bellezza che crea sviluppo e lavoro è tutta racchiusa nell’articolo 9 della Costituzione italiana.
E’ questo il tema di fondo del convegno “La Grande Bellezza”, organizzato dal movimento politico ecologista Green Italia, che si è tenuto oggi a Roma presso l’Accademia Filarmonica Romana (Via Flaminia 118), una giornata per discutere su come uscire dalla crisi attraverso e grazie a ciò che più di prezioso abbiamo: la nostra ricchezza storico-archeologica, la bellezza della nostra terra, e lo spessore della nostra identità.
L’incontro si è snodato intorno alle parole chiave della mission di Green Italia: Cultura, Innovazione, Ambiente e Sociale con i contributi dei partecipanti, tra I quali ci sono stati, oltre agli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta, Francesco Ferrante e Fabio Granata, Santo Versace (Presidente e fondatore di Altagamma), Cristiana Avenali (Consigliere regionale nel Lazio), Roberto Ippolito (giornalista e scrittore), Carmine Donzelli (editore) ,Mario Tozzi (Commissario del Parco Appia Antica), Salvatore Barbera (direttore delle campagne di Change.org), Flavia Perina (giornalista), Chiara Tonelli (architetto e ricercatore dell’Università Roma Tre ), Valerio Rossi Albertini (fisico del Cnr).
“La grande bellezza dell’Italia – ha dichiarato Roberto Della Seta nell’introdurre la giornata di confronto – è quasi tutta racchiusa in un articolo della nostra Costituzione, l’articolo 9. Per la Costituzione, promuovere la bellezza e la conoscenza rientra tra i principi fondamentali su cui si fonda la nostra identità comune e la nostra convivenza civile. La bellezza e la legalità sono fondamentali per salvare l’Italia dal declino, ma anche per difendere i più deboli, per difendere l’idea di un welfare universalista, per contrastare con molta più efficacia la povertà che cresce. Fino a oggi, questo il dramma, la politica e le classi dirigenti hanno fatto di tutto per svalutare la grande bellezza italiana: così siamo ultimi in Europa per divario digitale, per investimenti nella scuola, per ricerca e sviluppo. Serve un radicale cambio di passo. Crisi o non crisi siamo e saremo sempre di pù un Paese numericamente piccolo, e per rimanere protagonisti abbiamo solo due carte da giocare: una è l’Europa, perchè solo dentro all’Europa potremo reggere il confronto globale, l’altra per l’appunto è la nostra bellezza che non è riproducibile né delocalizzabile.”