Frassoni:”No al muro contro muro, politico e fisico, sul tunnel in Valsusa”
Sono ormai anni che la questione del tunnel della Valsusa è uscita dalla discussione razionale e pacifica per diventare una questione dove solo il “muro contro muro” trova spazio sui media e provoca regolari e ondate di agitazione e indignazione per le “violenze” degli uni – parti del Movimento NOTAV più o meno infiltrate da esponenti anarchici o semplicemente “casinari”, certamente non accettabili e che non aiutano affatto la soluzione della questione- e degli altri, tra i quali parti di forze dell’ordine incoraggiate ad affrontare con troppa “energia” ogni azione “contro” manifestanti pacifici e non, senza fare grandi distinzioni; prova ne siano recenti manifestazioni in varie parti d’Italia, dove la forza eccessiva della polizia é diventata una costante di cui si parla davvero troppo poco; ultimo caso, lo scandaloso trattamento e comportamento denunciato dalla moglie del dissidente Kazako, Alma Shalabayeva.
A questo “muro contro muro” fisico corrisponde il “muro contro muro” politico, che il governo delle larghe intese non fa che accentuare, in modo totalmente irrazionale. Il governo delle larghe intese ha restituito ai vari Lupi, Letta, Esposito il pallino di una partita che sta assumendo giorno dopo giorno dei contorni sempre più assurdi. Assurdi, perché la Francia di Hollande ha rinviato alle calende greche la realizzazione della sua parte del tunnel. Perché lo stesso governo italiano ha tolto risorse dall’opera (giustamente). Perché l’UE ha trovato un accordo sul bilancio che accorda alle reti trans-europee dei trasporti ed energia molto meno dei 40 miliardi previsti e non può assolutamente assicurare nel periodo 2014-2020 il 40% del finanziamenti del tunnel.
Quindi di che parliamo??? Di un’opera totalmente inutile e comunque, data la situazione economica degli scambi sulla linea “est-ovest” assolutamente non prioritaria nei prossimi decenni, che toglie invece risorse e tempo a opere utili che si potrebbero fare per rafforzare quella stessa linea, dal nodo di Torino al rafforzamento della linea attuale. Con testardaggine e convinzione i Verdi europei insistono, come hanno fatto a Bruxelles e in ogni occasione di dibattito pubblico e di presenza sul territorio della Valsusa, su di un dialogo che metta al centro il merito della questione e rinunci al muro contro muro fisico e politico.
Monica Frassoni, co-presidente partito Verde europeo