Assemblea di fondazione: il documento approvato
“Siamo cittadine e cittadini italiani con diverse – o con nessuna – esperienze politiche alle spalle. A unirci non sono le convinzioni del passato, a unirci è una stessa idea di futuro che finora in Italia non ha trovato spazio nella politica ma che in Europa è già fatta propria da partiti e movimenti. Il nostro obiettivo è offrire agli elettori italiani un’altra scelta da quelle oggi disponibili: la scelta di un progetto politico fondato sull’idea di un ‘green new deal’ per l’Italia, sulla convinzione che questa prospettiva sia la più efficace e realistica per il nostro Paese, sulla speranza che la nostra presenza renda più “green” anche le forze politiche tradizionali.
Green Italia è il movimento politico di chi crede che l’ambiente, l’ecologia, i beni comuni, la cultura e la bellezza italiane, la legalità sono valori e bisogni irrinunciabili ma oggi calpestati, e sono interessi decisivi per mettere alle spalle la crisi sociale, economica, ambientale di questi anni e rendere il nostro Paese nuovamente protagonista in Europa e nel mondo”.
Così raccontavamo l’ambizione di Green Italia nel documento che sette mesi ha aperto il cammino che porta oggi a questa assemblea di fondazione. E oggi, noi crediamo, di un’impresa politica come Green Italia vi è ancora più bisogno di allora: perché appare sempre più evidente che la crisi italiana non è soltanto la proiezione della crisi economica globale che investe l’Europa, ma è anche e molto la conseguenza di arretratezze e anomalie tutte italiane; e perché, questa la nostra convinzione, sui grandi e talvolta drammatici problemi dell’Italia – problemi sociali, ambientali, economici, civili – pesa moltissimo l’assenza dalla scena pubblica di una proposta chiara e credibile che indichi l’ecologia, la legalità, la difesa dei beni comuni, la valorizzazione della bellezza e della cultura italiane come i primi terreni di una “buona politica” e di una ritrovata prosperità.
Di questo “di più” di crisi italiana l’ambiente è una parte non piccola. Siamo l’unico tra i grandi Paesi europei dilaniato da un fenomeno altrove sconosciuto come l’abusivismo edilizio; l’unico dove imperversano le ecomafie e dove un territorio immenso – la “terra dei fuochi” tra Napoli e Caserta – è usato impunemente da decenni come discarica di rifiuti tossici; l’unico dove dall’Ilva di Taranto al petrolchimico di Priolo-Augusta centinaia di migliaia di cittadini devono vivere – molte volte ammalarsi e morire – in mezzo ai veleni industriali; l’unico che considera il proprio patrimonio d’arte e di cultura – un tesoro conosciuto e invidiato in ogni angolo del mondo – come un fastidio o un peso.
Green Italia nasce per invertire questa rotta suicida.
Siamo un movimento aperto a tutti i cittadini, i gruppi, le esperienze civiche impegnati come noi a costruire le condizioni per un “green new deal” italiano.
Un movimento che affiderà ogni scelta legata all’individuazione delle persone da cui farci rappresentare – i nostri portavoce come i candidati nelle liste elettorali che promuoveremo da soli o insieme ad altri – a una consultazione larga e trasparente di tutti i cittadini che condividono il nostro progetto.
Green Italia nasce in un rapporto stretto, esplicito con i Verdi europei.
Noi ci sentiamo parte della famiglia dei Verdi europei, ne condividiamo il programma e gli obiettivi politici. Condividiamo soprattutto, con i Verdi europei, la convinzione che solo un “green new deal” può sconfiggere le crisi del mondo attuale. Serve un “green new deal” per fermare la crisi ambientale e climatica globale, che mette in pericolo l’idea stessa di civiltà umana. Serve un “green new deal” per rendere concreto e rispettato il diritto di ogni persona e di ogni popolo a un vero benessere, per umanizzare l’economia sottraendola al dominio anonimo e amorale dei grandi poteri finanziari. Serve un “green new deal” all’Europa, per farla battistrada e protagonista della rivoluzione tecnologica ed economica “green”. Serve, infine, un “green new deal” all’Italia, per fermarne il declino e restituirle un ruolo all’altezza della sua storia, della sua ricchezza, della sua bellezza
Noi di Green Italia siamo progressisti ma crediamo che la parola progresso, per avere ancora senso e futuro, debba rinnovarsi profondamente. Il progresso, lo sviluppo umano, il benessere sociale sono inscindibili non solo dalla giustizia sociale e da un forte impegno redistributivo dello Stato, ma anche e sempre di più da una difesa rigorosa e pregiudiziale della salute e dell’ambiente di vita delle persone. Così, per noi cancellare le mille Ilva che avvelenano l’aria, l’acqua e il suolo, sconfiggere le ecomafie che hanno costruito business miliardari sullo smaltimento criminale dei rifiuti industriali, dichiarare una guerra senza quartiere al dissesto idrogeologico e all’uso scondiderato del territorio che lo alimenta, sono oggi per l’Italia le prime condizioni per un vero progresso.
Noi di Green Italia siamo europeisti ma europeisti “insubordinati”. Con tutte le sue imperfezioni e i suoi limiti, l’Europa-comunità dell’ultimo mezzo secolo è una conquista preziosa, da difendere contro ogni tentazione, spinta neo-nazionalista. Ma l’Europa non più rimanere in mezzo al guado: o trova la forza, il coraggio di darsi istituzioni pienamente democratiche e autenticamente federaliste, di segnare una radicale discontinuità con le politiche conservatrici che l’hanno governata in questi anni, oppure è destinata a una rapido declino e forse a una vera disgregazione. Come hanno scritto recentemente Mauro Ceruti e Edgar Morin, “l’Europa, oggi, non è più dominatrice. L’Europa è diventata una provincia del mondo, peraltro sempre meno importante per peso demografico, forza militare, risorse energetiche e minerali.
Proprio per la sua storia, per la sua identità plurale e per la sua attuale condizione di ‘provincia globale’, l’Europa può essere un laboratorio di innovazione istituzionale e culturale, per affrontare le sfide cruciali del ‘mondo globale’: un laboratorio volto ad affrontare le difficoltà e le controversie che i processi di globalizzazione comportano, e nella condizione di promuovere soluzioni innovative, attraverso la specificità della sua storia e della sua identità plurale”. Questa è l’Europa che vogliamo, da europeisti “insubordinati” siamo decisi a costruirla.
Infine, noi di Green Italia siamo per un’ecologia “di governo”, che sia cura e non solo sintomo dei problemi che denuncia e costruttrice diretta di un “green new deal”. Ma rifiutiamo il mito della “governabilità” fine a se stessa, che come dimostra l’esperienza fallimentare delle larghe intese da Monti a Letta rende più difficile che mai ogni vero cambiamento, ogni riforma autentica. L’Italia non ha bisogno di “larghe intese” indecise a tutto, ma di un progetto chiaro di governo nel segno della qualità ambientale, sociale, culturale: di un progetto da offrire al più presto al giudizio, al voto degli italiani