Bozza PNRR, Involuzione Verde
Il governo aveva annunciato una transizione ecologica, ma nell’ultima bozza del PNRR del 29 dicembre scorso non sembra voler confermare questa scelta. Infatti nel decidere come utilizzare le risorse europee per la ripresa economica post-pandemia il Ministero dell’Economia ha scelto di investire 1,35 miliardi di euro su ben sei progetti di marchio Eni, ai fini di sostenere nello specifico lo sviluppo della sua raffineria si Stagno. Inoltre la partecipata statale è riuscita a far inserire i progetti di confinamento geologico della CO2 a Ravenna e di produzione di combustibili alternativi. Ultimo punto alquanto sconcertante del piano riguarda la possibilità di produrre HVO nella raffineria livornese, che stando alle dichiarazioni rese da Eni verrebbe convertita in bioraffineria.
Bozza PNRR: i dubbi di Green Italia
Rimangono poco chiare le ricadute sociali e ambientali che conseguiranno a queste scelte industriali. Eni fattura ogni anno circa 70 miliardi di euro e sembra perciò assurdo che ai fini della realizzazione di questi progetti “pseudo green” necessiti dei finanziamenti EU. Senza considerare che lo stesso piano energetico della multinazionale risulta inadeguato rispetto all’Accordo di Parigi e rispetto ai tentativi seri di decarbonizzazione. In questo modo il PNRR andrebbe a finanziare iniziative già ricomprese nello stesso piano Eni e gli effetti sarebbero più che negativi non solo a livello ambientale, ma anche sul piano occupazionale e del Pil
Green Italia si unisce all’appello lanciato da Greenpeace, Legambiente, WWF e Kyoto Club affinché i soldi dei contribuenti europei non vengano sperperati in programmi di mero greenwashing.