Gessi Rossi: serve una soluzione alternativa e sicura
I gessi rossi sono oggettivamente non idonei per le cave e altamente inquinanti. Questo è quanto emerge dal voto espresso in Commissione Ecomafia sulla destinazione dei gessi all’area delle ex cave di Pietratonda nel comune di Civitella Paganico, i provincia di Grosseto. Si tratta peraltro di un’area naturale di rilevante importanza, poiché confinante con l’oasi faunistica di Monte Leoni, zona ricca di vaste estensioni boschive e innumerevoli falde acquifere ed è quindi fondamentale mantenere inalterato l’equilibrio tra territorio e salute dei cittadini. Equilibrio che verrebbe senza dubbio compromesso qualora dei rifiuti di tale portata venissero erroneamente smaltiti all’interno delle ex cave, con dei risultati disastrosi in termini di contaminazione delle acque. Come messo in evidenza dall’inchiesta, il rischio di rilascio di sostanze nocive e inquinanti per il terreno è elevato se rapportato alla permeabilità delle sabbie e al calcare cavernoso sede dell’acquifero, considerato che proprio accanto all’area prescelta sono presenti scavi archeologici oggetto di studio e attenzione da parte della Soprintendenza ai beni archeologici della regione Toscana. Come sottolinea Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente, i gessi rossi sono rifiuti speciali e lo stoccaggio di Pietratonda non è la soluzione. È necessario che, in nome di una sostenibilità ambientale tanto osannata, ma sul piano pratico mai stimata, lo smaltimento a marchio Venator venga accantonato e ci si adoperi per una scelta che impedisca il deterioramento del territorio.