Covid-19: la risposta dei verdi europei
I verdi europei sono all’avanguardia della dura discussione nelle istituzioni e nei governi nazionali sulla organizzazione della risposta della UE alla epidemia di Covid19 e le sue conseguenze devastanti.
Nel testo approvato ieri dal Partito verde europeo, dal Gruppo Parlamentare e dai leaders di tutti i partiti verdi nazionali – compresi quelli al governo- c’è il forte richiamo all’obbligo di solidarietà con l’Italia, le proposte per rilanciare ancora
Più fortemente, proprio in seguito all’epidemia- gli strumenti europei per la realizzazione concreta del Green Deal e le misure da prendere subito per dare una garanzia europea all’aumento inevitabile del debito pubblico che COVID19 porterà con se. In vista del Consiglio europeo di oggi, questa presa di posizione unitaria – unica fra le famiglie politiche europee- rappresenta una presa di responsabilità anche da parte
Dei partiti verdi al governo, perché le posizioni rigoriste possano essere smussate e risolte e la solidarietà europea possa esprimersi pur se nel rispetto delle posizioni e sensibilità di tutti.
Monica Frassoni
Crisi Covid-19: il documento degli European Greens
Raramente una crisi di tale portata ha colpito così tanti, in così poco tempo, in tutto il nostro pianeta. Si tratta di una sfida senza precedenti per le nostre società, che l’umanità deve affrontare insieme. La solidarietà e la cooperazione ambiziosa, non il nazionalismo o l’egoismo, ci garantiranno di uscire da questa crisi più forti e più saggi. Non dobbiamo lasciare nessuno indietro e affrontare questa sfida insieme con cuore aperto.
Noi, i Verdi europei, siamo uniti per fare la nostra parte nella risposta alla pandemia. Insieme,
– Esprimiamo la nostra totale vicinanza a tutti coloro che sono stati infettati dal virus e che stanno lottando per la loro vita e per i loro familiari e amici; condividiamo il dolore di coloro che hanno perso i loro cari a causa della malattia.
– Affermiamo la nostra solidarietà e il nostro profondo apprezzamento per coloro che stanno rischiando la vita nel prendersi cura di quanti sono stati colpiti dal virus. E’ inestimabile il contributo che stanno dando alle nostre società; questo non deve essere e non sarà dimenticato. Allo stesso modo, non potremo mai ringraziare abbastanza tutti i lavoratori che assicurano la continuità dei servizi essenziali, mettendo in gioco ogni giorno la propria salute.
– Salutiamo le iniziative e le soluzioni creative della gente comune e della società civile organizzata in tutta l’UE che stanno aiutando le nostre società ad affrontare la nostra nuova realtà quotidiana. Apprezziamo profondamente anche il ruolo delle amministrazioni locali e delle altre istituzioni in prima linea nella gestione di questa crisi.
– Plaudiamo alle manifestazioni di solidarietà che abbiamo visto tra i Paesi e le regioni. Allo stesso tempo, deploriamo fortemente la mancanza di solidarietà da parte degli Stati membri dell’Unione Europea, dimostrata durante questa crisi, in particolare verso l’Italia, la cui richiesta di forniture mediche è rimasta senza risposta, e verso la Spagna, anch’essa pesantemente colpita dalla situazione attuale. Chiediamo a tutti gli Stati membri e alle istituzioni dell’Ue di coordinarsi insieme a tutti gli Stati europei al fine di garantire la massima produzione e l’uso più efficiente delle forniture mediche, lo scambio di informazioni e di competenze, il sostegno economico e il mantenimento della libera circolazione delle merci per evitare possibili carenze di beni di base.
– Il settore privato ha mostrato brillanti esempi di reattività e creatività nel rispondere alla crisi. Ma anche qui si sta assistendo a tentativi di trarre indebito vantaggio, sfruttando le legittime ansie della popolazione. In particolare, ci opponiamo fermamente a tutti i tentativi di raccolta in massa di dati personali, sia da parte di istituzioni private che pubbliche.
– Riconosciamo che i governi dell’Ue stanno ora agendo, con sincero impegno, per individuare il modo migliore per superare la crisi sanitaria e le sue conseguenze sociali ed economiche. Ovunque i Verdi siano al governo o all’opposizione, non risparmiamo alcuno sforzo per contribuire agli obiettivi comuni.
– Siamo tuttavia gravemente allarmati dalle azioni unilaterali di alcuni governi dell’Ue, in particolare per quanto riguarda le misure di emergenza. Qualsiasi restrizione ai diritti fondamentali e ai diritti umani deve essere il più possibile limitata nella sua durata, e in ogni caso efficace ma non sproporzionata. Siamo molto preoccupati per i tentativi di alcuni governi di trarre benefici politici dalla pandemia. La crisi non deve essere usata come pretesto per distruggere i controlli e gli equilibri democratici, né i diritti sociali e del lavoro. I governi devono dare proba di responsabilità e i poteri straordinari devono essere applicati con equilibrio e misura.
– Accogliamo con favore gli impegni già assunti a livello Ue dalla Commissione e dalla Bce di fare “tutto il necessario” per mitigare le conseguenze economiche e sociali di questa crisi, in particolare per quanto riguarda la sospensione del Patto di stabilità e crescita e il Piano di “quantitative easing” della Bce, ma riteniamo che si debba fare di più. In particolare chiediamo sostegno finanziario per gli Stati membri più duramente colpiti, attraverso sovvenzioni e prestiti a basso interesse, senza alcuna condizione politicamente pericolosa. I governi e le istituzioni dell’Ue dovrebbero lavorare insieme per istituire con urgenza gli Eurobond per contribuire a raccogliere i fondi necessari per le politiche sanitarie e di assistenza sociale.
– Esortiamo inoltre gli Stati membri e l’Ue a coordinarsi per prevedere misure adeguate per prevenire ingenti perdite di posti di lavoro e per stabilizzare il reddito dei lavoratori colpiti, in particolare dei più vulnerabili. Per il periodo immediatamente successivo alla crisi avremo bisogno di un pacchetto di investimenti che si concentri sulle piccole e medie imprese, sui lavoratori individuali e che contribuisca ad orientare la nostra economia verso una transizione sociale ed ecologica.
– Riconosciamo la dimensione globale di questa crisi e apprezziamo la solidarietà offerta ai Paesi europei da molti Stati non europei. Allo stesso modo, la solidarietà dell’Ue non deve fermarsi ai confini dell’Ue, l’Ue deve fornire gli aiuti umanitari necessari e le migliori risorse mediche in particolare ai Paesi del Sud del mondo. L’Ue deve garantire la massima collaborazione con l’Oms e altri organismi internazionali per sviluppare una risposta medica efficace (cooperazione nella ricerca sui vaccini, ecc.) e per condividere tale ricerca.
Nell’affrontare la crisi, crediamo che la nostra bussola comune debba essere guidata dai seguenti elementi:
- 1. Dobbiamo garantire collettivamente che nessuno venga lasciato indietro, specialmente coloro che sono più vulnerabili all’interno e ai margini delle nostre società. La gestione della crisi non deve in alcun modo approfondire l’ingiustizia e l’esclusione. Auspichiamo in particolare che la gestione di questa crisi non allontani l’Ue e i suoi Stati membri, insieme ad altri Paesi europei, dall’agire con urgenza e responsabilità per alleviare il peggioramento della situazione nei campi profughi delle isole greche. I campi profughi di queste isole devono essere evacuati per garantire a tutti un accesso sicuro alle cure sanitarie, alla quarantena e ad altre misure adeguate contro il coronavirus.
- Una risposta efficace, efficiente e duratura alla crisi richiede un’azione collettiva. Proteggere le vite significa lasciarsi alle spalle gli stretti interessi nazionali o economici. In questo senso, se da un lato rendiamo omaggio agli sforzi di coordinamento compiuti finora dalle istituzioni dell’Ue, dall’altro auspichiamo un più forte ruolo di leadership.
- Per trovare risposte alla crisi dobbiamo agire e pensare fuori dagli schemi abituali, in particolare in termini di politica macroeconomica. Le organizzazioni, le leggi, le regole e le procedure devono essere fatte per servire la vita, non il contrario.
- I sistemi sanitari pubblici, gratuiti e ben finanziati sono e devono rimanere una spina dorsale dei nostri sistemi di welfare e l’Ue deve impegnarsi per una maggiore cooperazione tra di essi e per meccanismi che li sostengano ulteriormente. Occorre fare in modo che questa crisi sia l’occasione per una maggiore integrazione europea, verso un’Europa più forte, più verde e più sociale.
Dobbiamo sapere che da come gestiamo questa crisi e dalla nostra capacità di coordinarci e di sostenerci reciprocamente, dipenderà si produrrà un danno irrimediabile al progetto europeo e alle nostre democrazie così come le conosciamo, o se al contrario l’uno e le altre potranno rafforzarsi.
Siamo convinti che, una volta superata questa crisi, non si possa e debba tornare alle vecchie politiche, e che tanto meno la crisi vada usata come alibi per politiche di austerità dure come dopo la crisi finanziaria globale. Come il cambiamento climatico, che rimarrà una sfida urgente ed esistenziale, la pandemia mette profondamente in discussione il modo in cui le nostre società sono organizzate, il modo in cui viviamo su questo pianeta e una serie di politiche convenzionali. Abbiamo più che mai bisogno di una nuova bussola; in questa prospettiva, la crisi “COVID-19” rafforza l’assoluta necessità di iniziative di trasformazione come un coraggioso Green Deal europeo e un massiccio reinvestimento in servizi pubblici di qualità, soprattutto nel settore sanitario. Solo così questa crisi porterà a società più giuste, più sostenibili e più democratiche.