La revoca della registrazione all’Aquarius è frutto della campagna di criminalizzazione delle ONG e delle operazioni di soccorso
L’Autorità Marittima di Panama ha revocato la licenza di registrazione alla nave di salvataggio Aquarius che opera nel Mediterraneo, a cui è perciò ora impedito di salpare. Si tratta dell’ultima nave privata di salvataggio operante nella rotta centrale tra la Libia e l’Europa.
Commentando la notizia, la co-presidente del Partito Verde Europeo Monica Frassoni ha dichiarato:
“Quello che è successo è la diretta conseguenza della campagna di criminalizzazione delle ONG e delle operazioni di soccorso. Come dimostrato anche dalla magistratura italiana, non sono state le ONG ad alimentare la tratta di esseri umani, bensì hanno salvato vite colmando il vuoto di canali di migrazione legale e regolare.
Nonostante il drastico calo del numero di migranti che sbarcano in Europa, la traversata del Mediterraneo è più insidiosa che mai. Oggi, che non ci sono più soccorritori, quel Mediterraneo che è stato in passato culla di civiltà è divenuto una tomba a cielo aperto per centinaia di innocenti. Secondo le Nazioni Unite, nel 2018 più di 1.700 migranti sono morti nel tentativo di attraversare l’Europa: a causa dell’assenza delle ONG nel Mediterraneo, ci potrebbero essere nuove morti perfettamente evitabili.
Noi Verdi siamo convinti che oggi più che mai l’UE e i suoi Stati membri hanno tutti i mezzi e le capacità per gestire questa sfida in maniera umana ed efficiente, innanzitutto attraverso la riforma del Regolamento di Dublino approvata dal Parlamento europeo e attraverso l’apertura di canali di migrazione legale.
Questo episodio è solo il più recente in una serie di segnali preoccupanti da parte di alcuni Stati membri che vengono meno alle proprie responsabilità. Tra questi anche l’Italia, in cui proprio ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità un decreto su immigrazione e sicurezza il cui risultato sarà di aumentare l’ “irregolarità” cancellando (se non in casi limitatissimi) i permessi umanitari, revocando lo status dei richiedenti asilo o la cittadinanza italiana e smantellando il sistema virtuoso dello Sprar: maggiore irregolarità, maggiore insicurezza, maggiore consenso a politiche sovraniste e xenofobe.”