Il Parlamento approvi il reato di tortura non prescrivibile. Chi si mette di traverso oltraggia il Paese
“E’ la prima volta che l’Italia è condannata per tortura. Si tratta della più grave e umiliante delle condanne. All’epoca dei fatti di Genova nel 2001 la reazione politica fu formale, e da anni si trascinano in Parlamento testi che disciplinano il reato di tortura, ma evidentemente chi in maniera ipocrita vuole compiacere le forze di polizia oltraggia il Paese mettendosi di traverso. La politica italiana recuperi credibilità, e approvi finalmente il reato di tortura, che prevede una pena aggravata da 5 a 12 anni per i pubblici ufficiali: lo chiede certamente l’Europa, ma lo pretendono i cittadini, le forze di polizia che non hanno bisogno di salvacondotti e il nostro stato di diritto”.
Lo dichiarano i portavoce di Green Italia Annalisa Corrado e Oliviero Alotto.
“Paradossalmente chi in quei giorni aveva un ruolo di responsabilità diretta è oggi ancora ai vertici delle funzioni pubbliche, mentre l’inadempienza della politica – continuano gli esponenti di Green Italia – fa si che non esista un reato di tortura, sebbene sia la stessa Costituzione italiana a vietare “ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà”, mentre la mancanza del reato di tortura costringe i giudici a declassare vere e proprie torture a semplici reati di maltrattamento o lesioni personali, che sono puniti lievemente e si prescrivono facilmente.
“L’Italia deve recuperare credibilità dopo la sentenza di Strasburgo, e per farlo deve dotarsi di un reato di tortura da intendersi come reato specifico e non prescrivibile, esattamente come l’omicidio”- concludono Alotto e Corrado.