Di europeisti ce n’è più di uno
Articolo di Monica Frassoni su Huffington Post
Come spesso succede in campagna elettorale, piove sempre sul bagnato: solo alcuni hanno spazio e possibilità di essere visibili. Cosa resa ancora più grave dal fatto che chi poi deve commentare il dibattito elettorale non guarda davvero alle opzioni in campo, ma solo, appunto, a quelle più visibili e rumorose, non permettendo all’elettore di avere un’idea delle scelte possibili. Repubblica sta conducendo da qualche tempo esattamente questa linea, e con alcuni dei suoi più autorevoli editorialisti. Dopo Eugenio Scalfari è la volta di Ilvo Diamanti, che racconta come in questa campagna elettorale “nessuno” parla d’Europa in modo positivo, ma che è molto buono il fatto che ci siano gli euroscettici perché questo, forza il PD a tornare nelle piazze a parlare d’Europa. Unico fronte possibile contro gli anti-europei è dunque il PD.
Ma se invece di fare spot a ripetizione per il PD di Renzi, l’obiettivo fosse invece quello di informare il lettore e magari pure spingerlo a votare, (dato che intorno al 35% dei cittadini non pensano di farlo) sarebbero davvero altre le cose che si potrebbero dire. Per esempio, che per assicurare che il PSE di Schulz e Renzi non faccia l’inciucio con Juncker/Berlusconi/Alfano, bisogna costruire una coalizione per la quale il PSE non basta assolutamente. Peraltro, propaganda a parte, è chiaro che la via preferita di Schulz rimane la grande coalizione. Questo si potrà evitare solo se i Verdi e la Sinistra – e perfino parte dei liberali – avranno abbastanza rappresentanti da poter fare a meno del PPE.
E, piaccia o no a Diamanti, che liquida le forze europeiste critiche sulle politiche attuali, ma federaliste dichiarate, come degli irrilevanti sognatori perché parlano dell’Europa da costruire, queste concorrono anche in Italia; per esempio nella lista GreenItalia/VerdiEuropei, che rappresenta in Italia il quarto gruppo per importanza al PE, che ha partecipato “ad coadiuvandum” al ricorso contro l’iniquo e controproducente sbarramento elettorale al 4% e potrebbe vincerlo …
Penso che sarebbe molto furbo da parte del PD e dei suoi corifei rinunciare per una volta all’ambizione malsana e fallace della “vocazione maggioritaria” per favorire, almeno in questa ultima parte della campagna elettorale, una vera discussione e informazione sulle opzioni in campo.
Appunto per spingere al massimo la partecipazione e non continuare ad avvalorare l’idea che in Europa il duello Renzi/Grillo abbia una grande importanza.