10 idee per un PNNR grandioso!
Le organizzazioni della società civile firmatarie di questo documento, non considerano sufficienti i livelli di trasparenza e il coinvolgimento pubblico nel PNRR. Rischiamo che i progetti destinati/mirati alla transizione ecologica non siano in grado di riflettere una visione trasformativa capace di azzerare le emissioni, che siano disaggregati, incoerenti, e non riescano ad affrontare le maggiori priorità/opportunità sul clima e le disuguaglianze.
Esiste anche la possibilità concreta che dopo aver speso queste risorse, le condizioni delle categorie più marginalizzate rimangano tali. Potremmo spendere tutti questi soldi senza riuscire, ad esempio, ad abolire le cause che producono dinamiche di schiavitù moderna, la povertà estrema che si nasconde nel sistema della produzione agricola, o l’esclusione sistematica delle donne e dei giovani da posizioni di lavoro dignitoso.
Questo è il risultato di una società che considera il “consumo” come un indicatore di crescita, e alimenta quindi un sistema che si fonda sullo sfruttamento eccessivo, sia delle risorse che delle persone.
Inoltre, le Regioni che oggi sono meno in grado di fare una pianificazione competente sono spesso, in genere quelle che hanno più bisogno di trasformazione e supporto, ed è più probabile che vengano lasciate indietro, a meno che parte dei finanziamenti non siano direzionati a supportare le loro mancanze strutturali.
Lo abbiamo osservato con la bocciatura di tutti i progetti idrici della Sicilia.
Senza un aiuto tecnico centralizzato e un lasso di tempo più lungo per poter proporre e realizzare progetti, con la partecipazione attiva delle comunità locali, le Regioni mal governate saranno ancora una volta lasciate indietro, accentuando piuttosto che colmare le lacune e le divisioni territoriali. Il PNRR rischia di replicare alcuni degli aspetti peggiori dello sviluppo superficiale e inadeguato, dall’alto verso il basso e disordinato, contro cui economisti e scienziati sociali si sono scagliati per anni.
La società civile ha cercato in molti modi di intercedere e garantire che la pianificazione fosse più inclusiva, più trasparente e garantisse un risultato migliore per le persone e per il clima. Uno di questi tentativi è nel Progetto di Lustro, firmato da un grande e variegato gruppo di organizzazioni. Il mondo civico è invece, purtroppo, stato spesso escluso e ignorato.
Temiamo che perderemo questa opportunità storica e che finiremo con un debito enorme e con un’amplificazione delle disuguaglianze sociali e territoriali.
Il nostro governo ha più volte dimostrato di essere più interessato ad ascoltare i lobbisti, come ad esempio Eni, sulla politica energetica, che i cittadini e in particolare i giovani, preoccupati di non far sprofondare l’Italia nella crisi climatica.
E’ stato solo l’intervento dell’Unione Europea che ha vanificato alcuni di questi tentativi di sovvertire l’intento di trasformazione ecologica del PNRR.