Perché ha ragione Renzi quando critica i burocrati europei

Articolo di Fiorello Cortiana su Europa –

Lo scandalo che travolge Juncker per gli accordi fiscali “facili” alle multinazionali in Lussemburgo costituisce una tragica conferma che non deve impedirci di vedere la Luna. L’assenza di una piena soggettività politica europea si manifesta nella sostanziale esternalizzazione agli organismi e alle associazioni delle imprese multinazionali della negoziazione del Ttip (Trans-Atlantic Trade and Investment Partnership), il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti tra Usa e Ue. Né i parlamentari europei né i parlamenti nazionali hanno avuto accesso o mandato per il negoziato.

Eppure si sta definendo una zona di libero scambio che interessa 800 milioni di persone, circa il 50% del Pil mondiale e il 40% degli scambi. La questione va ben oltre l’abbattimento dei dazi doganali, che penalizzerebbe l’Europa dove hanno un tasso del 5,2% rispetto al 3,5% degli States, penalizzazione che aumenterebbe anche perché l’euro è più forte del dollaro.

È prevista la soppressione delle “barriere non tariffarie”, considerate ostacoli alla libertà di commercio, essa prenderà corpo attraverso la convergenza delle regolamentazioni in tutti i settori. Bene, cioè male, perché gli Stati Uniti già oggi non riconoscono e non sottoscrivono i principali protocolli del diritto internazionale, da quello di Kyoto sulle emissioni e il riscaldamento dell’atmosfera, a quella sul lavoro, sulla biodiversità, a quelle dell’Unesco. La convergenza regolamentare dovrà avvenire al “più alto livello di liberalizzazione esistente”. Ciò significa che sarà l’Europa a dover ridurre, se non rinunciare, a quelle regole, quei principi del Trattato costituzionale europeo, che definiscono il patto sociale e civile dell’”European way of life”.

Questo in coerenza con Trans-Pacific Partnership, il trattato gemello che gli Usa hanno definito con Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Vietnam, Malaysia, Perù e Cile. Più del 33% del commercio mondiale e 40% del Pil globale.

Una uniformazione del diritto europeo al liberismo mercantile che riguarda il modello europeo della filiera agroalimentare che non prevede additivi tossici, pesticidi, animali nutriti con farine animali, carne di manzo agli ormoni, trattamenti delle carni con acido lattico, clorina ecc. Riguarda il quadro normativo per l’ambiente, che oggi ostacola l’estrazione dello Shale gas, il gas di scisto, ricavato con la tecnica della intensa fratturazione idraulica con i problemi ambientali derivanti dall’estrazione. L’estrazione del gas di scisto libera nell’atmosfera anidride carbonica, il gas maggiormente responsabile dell’effetto serra e la frantumazione a 2000-4000 metri di profondità non lascia indifferenti gli assetti geologici. Riguarda il mercato farmaceutico e la distribuzione dei generici. Riguarda il patrimonio culturale e le garanzie di gestione della privacy, dell’identità digitale e neutralità della rete, così come i beni comuni.

Nelle direttive per il negoziato, adottate il 17 giugno 2013 dal Consiglio dell’Ue, è detto chiaramente che i regolamenti, anche quelli relativi al mercato del lavoro, verranno rispettati «purché, facendo ciò, non annullino o compromettano i vantaggi derivanti dall’accordo». Laddove le corporations, solo le loro 50000 controllate europee, ritenessero lesa la loro libertà commerciale da leggi e regolamentazioni potranno ricorrere all’Isds (Investor State Dispute Settlements). L’arbitrato per la risoluzione delle controversie, esterno agli organi giurisdizionali pubblici, sarà composto da giudici ed esperti privati.

Si prefigura un paradosso laddove il Trattato costituzionale europeo afferma che «la Costituzione e il diritto adottato dalle istituzioni dell’Unione nell’esercizio delle competenze a questa attribuite prevalgono sul diritto degli Stati membri» ma non sugli interessi delle corporations.

L’Europa si trova di fronte a due problemi. Uno legato alla democrazia rappresentativa partecipata, come fondamento di una politica pubblica che risponde agli interessi generali di queste e delle future generazioni. Qui parlamenti e cittadini sono tenuti fuori e all’oscuro nel negoziato in corso come conseguenza della rinuncia della politica democratica all’esercizio della sua autonomia.

Il secondo riguarda il ruolo e la funzione dell’Europa dopo la fine dell’ordine globale prodotto dal bipolarismo nucleare. Oggi, in luogo dello scudo nucleare, sarà lo scudo daziale a definire il polo occidentale per un nuovo ordine del mondo. Non solo una questione commerciale come dimostrano l’azione del califfato integralista e il protagonismo cinese in Africa.

In un’Europa che rifiuta l’integrazione economica e monetaria secondo i parametri tedeschi, assistiamo ad una assenza politica inane di fronte all’integrazione, atlantica e pacifica, secondo i parametri liberisti statunitensi. Una integrazione subordinata che le rivelazioni di Snowden hanno rivelato nel silenzio europeo rotto solo da Angela Merkel.

Per questo è importante la critica di Renzi alla riduzione della politica europea a riunioni di tecnocrati e burocrati dove «persino Adenauer e De Gasperi diventerebbero euroscettici“».

Il merito del negoziato Ttip deve essere pubblico e le istituzioni democratiche di tutta Europa devono appropriarsene. Una Europa politica federata è la miglior risposta ai populismi e alle piccole patrie localistiche, contribuisce ad un equilibrio multipolare e alla qualità del vivere sociale dei cittadini europei. Semestre italiano, Mogherini Pesc, Expo 2015, sono occasioni per dare seguito propositivo ai puntuali rilievi del presidente del consiglio.