La tragedia nel Canale di Sicilia dimostra il grave errore di rinunciare a “Mare Nostrum”

“Ecco l’operazione Triton: un naufragio nelle acque del Canale di Messina e 18 persone, che tentavano insieme a molte altre di sfuggire alle enormi difficoltà della loro terra di origine, hanno perso la vita. La decisione del governo italiano di porre fine all’operazione Mare Nostrum si dimostra purtroppo un gravissimo errore”.

Lo dichiara il coportavoce di Green Italia Oliviero Alotto.

“Lanciata dopo la strage del 3 ottobre 2013 in cui persero la vita 368 persone, Mare Nostrum – continua Alotto –  ha consentito il soccorso e il salvataggio di migliaia di persone. Il programma europeo Triton ha invece obiettivi diversi, e infatti opera solo in prossimità delle acque territoriali italiane, svolgendo un’azione non di soccorso ma di controllo  delle frontiere e non è quindi assimilabile a Mare Nostrum,  come hanno affermato i competenti organismi dell’UE, a partire dallo stesso Direttore dell’agenzia Frontex. Triton non fermerà nè le partenze nè le stragi. I viaggi continueranno ma in condizioni ancor meno sicure dato che verrà meno quell’unico strumento di soccorso garantito in questo anno da Mare Nostrum.   E’ quindi assolutamente necessario garantire continuità a un’operazione che, come Mare Nostrum, operi in acque internazionali, con un mandato chiaro di ricerca e soccorso”.

“Il Governo ha ceduto alle spinte demagogiche e xenofobe, si dovrebbe invece ritornare ad operare secondo le direttive applicate con l’operazione Mare Nostrum, rafforzando la pressione politica nei confronti dei partners europei, per sostenere anche economicamente una missione che ha dimostrato di riuscire ad arginare i drammi dei naufragi e delle stragi del mare” – conclude Alotto.