Sanfilippo:”La regione Sicilia lascia morire le sue orchestre”

teatromassimo“La regione Sicilia lascia morire le sue orchestre.
Così recita il lenzuolo steso fuori dal teatro Garibaldi in piazza Politeama, mentre i colleghi del teatro Biondo la settimana scorsa manifestavano dai tetti della struttura di via Roma. Anche la Fondazione Brass Group lamenta gli stessi problemi: deficit di bilancio, quindi niente stipendi e nessuna programmazione che permetta di costruire il futuro. l’assenza di fondi per la cultura è il virus che sta indebolendo il corpo della regione oggi. Ma la cura? Sembrerebbe passare attraverso la riforma della politica!
Proprio di questi tempi, un anno fa, i parlamentari dell’ars lamentavano la crisi di liquidità della regione Sicilia incapace di pagare gli stipendi dei 90 politici più gli oltre 200 funzionari del parlamentino autonomo regionale. Problema che in una decina di giorni si risolse con un saldo di 13 mila euro netti al mese e circa 10 mila per i funzionari.
Oggi, i musicisti e i funzionari di teatro Biondo, Orchestra sinfonica siciliana, teatro Massimo e Orchestra jazz siciliana di Palermo lamentano, ormai da mesi, stipendi non pagati. Ma ciò che è peggio, è la totale assenza, anche in questo caso, di pianificazione aziendale. Mancano direttori artistici e manca una programmazione stagionale che permetterebbe, una volta saldati gli stipendi, di vedere un futuro oltre l’orizzonte temporale di questa torrida e asfissiante estate della cultura siciliana. Se in nord Africa abbiamo avuto bisogno di una primavera araba per renderci conto che qualcosa non andava come avrebbe dovuto, in Sicilia, sarcasticamente denominata anche essa nord Africa dagli stessi palermitani stanchi, le proteste non hanno ancora superato il limite del civile, aggettivo che male si accompagna, però, ai governanti di questa terra. Non è civile, infatti, spegnere i riflettori sulla cultura storica di una delle isole più ricche di risorse e storia al mondo; non è civile lasciare che i funzionari e gli addetti alla cultura cedano per logoramento ai ricatti di quelli che lo stesso Roberto Alajmo in un suo articolo del 2011 definiva i feudatari della cultura; infine, non è civile impedire che anche i fondi alla cultura vengano sperperati per le c.d. “Spese pazze” di deputati e senatori nostrani privando la città di quella crescita culturale che, in anni passati, ha reso le nostre orchestre e i nostri teatri delle presenze richieste e di qualità riconosciuta in ambito internazionale.
Oggi, la civiltà è un ricordo lontano di una realtà che sfuma all’orizzonte. Oggi, non sappiamo se, per la stagione autunnale che verrà, la regione Sicilia sarà in grado di garantire fondi necessari alla cultura. Oggi, se prevarranno le logiche di potere, la politica scalzerà definitivamente l’anima pura dalla sicilianitá, lasciando un corpo vuoto e accartocciato su se stesso, alla mercé del signorotto locale libero di alimentare il suo circolo di cortigiane e portaborse.
Difendiamo la nostra cultura, salviamo le orchestre e i teatri di Palermo che sono linfa vitale per tutti noi. Non permettiamo alla politica di levarci la nostra dignità storica. Riprendiamoci la nostra terra. Green Italia si impegna anche per questo.”

Simona Sanfilippo, portavoce Green Italia Palermo