Nonostante Le Pen, sono i Verdi la terza forza politica in Francia

Articolo di Monica Frassoni su Huffington Post

Non è vero che il “Front National” è la terza forza politica in Francia. Nel primo turno delle municipali di domenica, l’estrema destra di Marine Le Pen ha ottenuto il 7% di voti, mentre gli ecologisti di Europe Ecologie-Les Verts arrivano al 10%, tenendo conto delle sole presenze “autonome”. E anche per i Verdi francesi il ballottaggio può riservare sorprese ancora più brillanti: come a Grenoble, dove il candidato ecologista Eric Piolle ha sfiorato il 30% piazzandosi al primo posto.

Concentrare tutta l’attenzione sulla vittoria del Front National è dunque un errore. Conviene forse ai socialisti e all’Ump per chiamare a raccolta i propri elettori tradizionali in vista del secondo turno, e probabilmente conviene ai media perché la paura del populismo alla conquista dell’Europa fa vendere più giornali, ma resta un errore.

Vero è che l’onda blu, con il successo vistoso del partito della Le Pen nel sud del Paese e anche in città impreviste intimorisce e va fermata, ma ciò non siginifica che il Front National abbia già vinto. Al momento i sondaggi lo danno come secondo partito francese per le prossime europee, con il 20% dei consensi. Le loro proposte sono slogan facili e orecchiabili, ma inconsistenti. Non ci si può limitare all’indignazione, e da parte loro i Verdi sia francesi che europei metteranno il massimo impegno per contrapporre alle sparate anti-europee di questa, come di altre destre nazionaliste, proposte e risposte più concrete e più utili: Green New Deal, Europa federale e no all’austerità. Forse meno facili da gridare, ma più convincenti.

Infine, un altro dato negativo da tenere nella massima considerazione riguarda l’astensionismo. Nel primo turno delle municipali francesi ha votato poco più del 60% dei cittadini, e anche per le europee si teme una scarsa affluenza alle urne. Ma proprio le elezioni di maggio potranno essere l’occasione giusta per porre un freno al dilagare dei populismi e dare un segnale forte per una trasformazione ecologica dell’economia e della società, per un’ Europa più aperta e più democratica.