Miliardi per la “Gronda” e Genova ancora una volta in ginocchio

Ieri un ‘ennesima alluvione ha colpito Genova, provocando ancora vittime e danni. Da decenni a questa parte una seria lunghissima di disastri, morti e lacrime lungo tutto il territorio nazionale.

L’Italia dunque è un Paese senza memoria? No, peggio: l’Italia è un paese senza futuro. Che non riesce e non vuole vederlo, che non vuole programmarlo, insistendo con la devastazione e la male gestione del territorio.

Dal dopo guerra ad oggi pochi o nulla sono stati le iniziative per limitare il dissesto idrogeologico del nostro Paese, mentre alla cementificazione selvaggia ed allo sfruttamento incontrollato del territorio sono stai dati ampissimi spazi di manovra. E a nulla sono mai serviti i moniti dei cittadini, della comunità scientifica, delle tragedie annunciate e puntualmente avvenute.

L’articolo 7 del cosiddetto decreto “Sblocca Italia” affronta il tema del rischio idrogeologico attraverso la volontà di realizzare una serie d’interventi, ma senza definire una vera e propria strategia di gestione oculata del territorio e dei bacini idrografici e senza sviluppare concretamente un’efficace politica di prevenzione, a partire dalle aree urbane che oggi sono le più colpite.

Al contrario, nello stesso decreto che dovrebbe essere una sorta di start-up per far ripartire il nostro Paese, si può scorgere chiaramente una politica che continua a sostenere le grandi opere e infrastrutture di grande impatto e dubbia utilità, ma di enorme costo:solo per rimanere in ambito genovese, basta ricordare , la Seconda autostrada di Genova, la cosiddetta “Gronda”, che devasterà i monti a ridosso della città e costerà oltre 3 mld di euro, a scapito ancora del territorio e della sicurezza dei cittadini.

Occorre un programma di manutenzione del territorio e di prevenzione del rischio, con fondi adeguati e non fondi di cassa, per dare strumenti concreti.

I cittadini hanno il diritto di sapere quali sono i rischi che corrono vivendo in determinate zone “rosse”, e devono essere istruiti per affrontare l’emergenza.

Massimiliano Bottaro