Green Italia aderisce al ‘No Sat day’, contro l’inutile autostrada tirrenica

“Green Italia aderisce al  ‘No Sat day’ in programma domenica 26 ottobre, per dire no alla nuova autostrada tirrenica, vero simbolo di spreco di risorse pubbliche e sostanziale inutilità, e che è finita nel mirino dell’Europa per una serie di infrazioni che abbiamo segnalato da tempo alle autorità europee”.

Lo dichiarano le esponenti di Green Italia Anna Donati e Monica Frassoni (copresidente dei Verdi europei), in vista della giornata di mobilitazione che vedrà simbolicamente due carovane di auto partire rispettivamente da Livorno e Civitavecchia per unirsi a Grosseto dove si terrà la manifestazione.

“Per l’autostrada tirrenica – continuano Frassoni e Donati – è stato previsto un esborso di 270 milioni di euro per costruire una strada a pedaggio che non prevede però nei flussi di traffico la possibilità di rientro economico, e che la concessionaria Sat si era impegnata a realizzare con 2 miliardi di euro. Sulla realizzazione dell’autostrada grava inoltre la procedura d’infrazione avviata dalla Ue, in quanto il Governo non ha rispettato la direttiva europea sulle concessioni, prorogando la data di scadenza  della concessione SAT per la Livorno-Civitavecchia di ulteriori 18 anni”.

“Si addensano dunque  nuvole nere sul futuro di  un progetto platealmente inutile, fuori dal tempo e fonte di assurdi sprechi economici e territoriali, che prevede la cessione gratuita ai privati dell’Aurelia e della Variante Aurelia. Gli attuali 16mila veicoli – aggiungono le esponenti ecologiste –  che ogni giorno transitano nella maggiore arteria maremmana sono già troppo pochi per giustificare un investimento molto impegnativo sull’autostrada, tanto più che i costi andrebbero ad essere scaricati sulle spalle dei cittadini”.

“Si rischia insomma di replicare il disastroso esito della Brebemi, mentre per la mobilità su gomma lungo la direttrice tirrenica la scelta più rapida e conveniente sarebbe quella di  adeguare l’Aurelia, cominciando con i tratti più pericolosi ad alta incidentalità a due corsie,  per consentire la realizzazione di un corridoio con il minor impatto ambientale e senza pedaggio” – concludono Frassoni e Donati.