Turchia, la lettera di Green Italia al Ministro degli Esteri Luigi di Maio

Ecco il testo della lettera che Green Italia ha inviato venerdì 11 ottobre al Ministro degli Esteri Luigi di Maio, per chiedere al governo italiano di attivarsi immediatamente, anche in sede europea, per fermare l’illegale invasione della Siria nord-orientale da parte
della Turchia.

Come tutte e tutti, viviamo questo momento con senso di prostrazione.
Non solo per l’ennesimo atto di violenza che si compie sulla Siria, già violentata da anni di abusi bellici.
Non solo per il pericolo di questa operazione scellerata, che rischia di riaprire la strada a Daesh e alle sue milizie, peraltro
assai sostenute in passato dalla Turchia, e che solo le forze armate curde hanno saputo sconfiggere sul terreno.

La vergogna più grande è l’ennesimo tradimento occidentale del popolo curdo, la cialtroneria americana e l’afasia europea, a fronte di responsabilità enormi per la instabilità della regione mediorientale. La vergogna più grande è l’incapacità di fermare il terrorismo turco, con balbettii che cercano di salvaguardate gli equilibri della Alleanza Atlantica. La vergogna imperdonabile è l’abbandono a se stesso di un popolo che sperimenta con successo una politica diversa e partecipativa, autenticamente dialogante ed inclusiva, in cui le donne hanno pari ruolo con gli uomini, in tutti gli ambiti della gestione della cosa pubblica. Questo è un errore politico imperdonabile. Non esiste al mondo un altro esempio così avanzato di gestione della cosa pubblica: è un crimine rassegnarsi a sacrificarlo in nome del cinismo della geopolitica.

Gentile Ministro Di Maio,

l’attacco della Turchia nel nord-est della Siria è inaccettabile, non può essere tollerato. Chiediamo che l’Italia prenda tutte le misure a sua disposizione per fermare le bombe del sultano Erdogan contro il popolo curdo, bombe che già hanno seminato un centinaio di vittime civili e decine di migliaia di profughi. Sappiamo che lo scenario è complesso, la Turchia è membro della Nato e dunque alleato del nostro paese. Ma non c’è spazio per atteggiamenti morbidi o puramente declamatori nei confronti dell’offensiva turca contro il popolo curdo che abita il nord della Siria. Non c’è spazio per sentirsi intimiditi dal ricatto di Erdogan, con cui l’Europa ha tristemente firmato lo scellerato accordo nel 2015 per fermare il flusso dei profughi provenienti dalle guerre mediorientali, rispetto alle quali il nostro continente non può certo dirsi innocente.

Chiediamo un’azione coerente e tempestiva. L’attacco unilaterale contro la repubblica democratica del Rojava, la cui popolazione si è eroicamente adoperata nella lotta per sconfiggere il terrorismo dello stato islamico, è un atto di ulteriore destabilizzazione in un’area già duramente provata da anni di guerra e tragedie umanitarie. Si tratta di un atto destinato a produrre nuova insopportabile illegalità, e a favorire il riaccendersi della miccia jihadista.

L’Italia ha gli strumenti di politica estera per fare pressione sulla Turchia. Strumenti diplomatici, soprattutto nel quadro di una strategia di pressione europea alla quale il nostro governo deve partecipare attivamente. Strumenti di natura commerciale, vista la serrata interazione fra Italia e Turchia in termini di alleanze economiche. Tutte le piste devono essere utilizzate, convintamente.

Chiediamo infine l’immediata interruzione dell’esportazione di armi italiane alla Turchia. L’Italia insieme alla Francia continua il commercio armieri verso un paese illiberale, che viola i diritti umani della sua stessa popolazione. Armi e mezzi venduti dall’Italia potrebbero essere utilizzate in questi giorni per scaricare le bombe sulle popolazioni curdo-siriane. Questa è un’altra circostanza inaccettabile.

Al contrario, riteniamo che il governo italiano debba assicurare una azione di sostegno concreto e tempestivo a favore della repubblica del Rojava, esperienza straordinaria di pluralismo etno-culturale e di cittadinanza democratica sotto il profilo della partecipazione e della parità di genere, non solo nell’area del Medioriente, ma nel mondo.

Confidiamo in una azione credibile e riconoscibile da parte del governo italiano.

Subito.

Cordialmente,

Annalisa Corrado,  co- portavoce Green Italia

Carmine Maturo, co-portavoce Green Italia

Monica Frassoni, ufficio di presidenza Green Italia

Rossella Murioni, ufficio di presidenza Green Italia

Anna Donati, ufficio di presidenza Green Italia

Vittorio Cogliati Dezza, ufficio di presidenza Green Italia

Nicoletta Dentico, ufficio di presidenza Green Italia