Sono elezioni Europee, non un referendum né elezioni nazionali

Articolo di Oliviero Alotto su Huffington Post

Caro Beppe Grillo,
se non te ne fossi accorto, sappi che queste sono elezioni Europee.

Si proprio così: a sentire i comizi del comico divenuto politico sembrerebbe esserci un grande assente, l’Europa.

Ancora una volta Beppe Grillo si dimostra un populista, dicendo che se vincerà le elezioni europee salirà al colle. Si, scrivo populista, proprio per il significato che dall’enciclopedia Treccani “Per estens., atteggiamento ideologico che, sulla base di principî e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi.”

Infatti Grillo sa bene quale siano le difficoltà che il nostro paese sta passando, e non a caso sceglie Piombino per l’ennesima invettiva contro l’Europa arrivando a sbandierare un referendum per uscire dall’Euro. Piombino, uno dei luoghi simbolo di un industria manifatturiera in crisi, dove a pagarne le cause sono nuovamente gli operai che vedono sgretolarsi davanti agli occhi il loro futuro e che rivendicano solo un lavoro.

A Beppe Grillo, vorrei ricordare che questo non è un referendum, e non sono elezioni nazionali, il 25 maggiosi vota per eleggere i membri italiani al Parlamento Europeo, ma i giochi non si concluderanno quel giorno, il gioco sarà aperto fino alla data in cui verrà deciso il prossimo presidente della Commissione Europea.

Il Movimento 5 Stelle, non ha ancora risposto ad una domanda fondamentale: chi sarà il loro candidato alla presidenza della commissione? Con che criterio decideranno a quale gruppo politico apparentarsi in Parlamento Europeo?

Beppe Grillo continua a parlare di vittoria il 25 maggio, ma vittoria di cosa? Ai lavoratori di Piombino non farebbe forse meglio, oltre a rappresentare la sua vicinanza a raccontare quale sarà il peso effettivo dei suoi candidati, per non parlare della TAV e delle tante altre speculazioni a cui stiamo assistendo in questi giorni.

Abbiamo un mese per parlare di Europa e dell’appuntamento elettorale, sarebbe meglio utilizzarlo per parlare di cosa è questa Unione Europea oggi e di come intendiamo cambiarla, partendo però dalle minime basi che potrebbero aiutarci a capire cosa andremo a votare