Oggi iniziato processo a Gela contro l’Eni. Green Italia e Verdi al fianco del popolo degli inquinati

“Verdi e Green Italia sono vicini agli abitanti di Gela e a tutto il popolo degli inquinati abitanti di un territorio martoriato da un inquinamento pressante a causa del Petrolchimico. I Vertici della Raffineria di Gela  sono imputati per lesioni gravi alle persone e immissione di veleni nell’atmosfera, e con questa motivazione la Procura della Repubblica di Gela ha rinviato a giudizio i vertici del colosso ENI. Il processo ambientale che inizia oggi , 11 marzo 2014, dinanzi al Tribunale Penale di Gela, vedrà i vertici di una delle più importanti multinazionali al mondo imputati per avere recato gravi danni alle persone e all’ambiente, con l’immissione in atmosfera di Gas nocivi”.

Lo dichiarano Giuseppe Marano e Simona Sanfilippo, esponenti dei Verdi e Green Italia.

“Come forza politica – aggiungono – non possiamo che assumere una dura posizione nei confronti dell’ennesimo atto lesivo dei diritti della persona perpetrato sul territorio della repubblica, in una delle città più grandi della Sicilia, dove ottantamila persone vengono minacciate dall’immissione in atmosfera di gas e polveri oltre i limiti consentiti dalle leggi Europee. Il nostro auspicio è che questo sia un processo di portata storica, capace di coinvolgere per effetto domino anche gli altri siti Inquinati Siciliani (SIN) delle zone ad alto rischio di crisi ambientale come Milazzo , Priolo, Augusta, Melilli e  Siracusa affinché si adotti il principio Europeo che “Chi Inquina deve pagare””.

“La Sicilia e i Siciliani non possono più subire devastazioni ambientali, ricatti occupazionali, molestie alla salute. I Verdi e Green Italia staranno al fianco della Magistratura e delle Istituzioni sane, ribadendo ancora una volta che bisogna uscire immediatamente da questo modello di sviluppo basato sul petrolio che ha causato morte e malattie tra gli stessi lavoratori e cittadini,  avviare con urgenza le bonifiche e il  risanamento attraverso progetti di riqualificazione delle aree industriali a rischio, basandosi sui nuovi metodi della biochimica, della bio agricoltura e aprendo a tutti i settori della Green Economy” – concludono gli esponenti ambientalisti.