Green Italia: il lancio al Maxxi di Roma

Il 28 giugno 2013, all’auditorium del MAXXI di Roma, Green Italia ha presentato il suo progetto: rilanciare l’iniziativa ecologista per avanzare un’ipotesi di economia centrata sulla legalità, l’innovazione e la bellezza.

“A fine giugno – scrivono Francesco Ferrante e Roberto Della Seta – in un’affollata assemblea all’Auditorium del Maxxi di Roma, abbiamo lanciato Green Italia, con l’ambizione di dare testa, gambe e possibilmente cuore a un nuova forza politica ecologista. Per rispondere a quell’esigenza di “altra politica” che a noi sembra emergere in maniera lampante ma che partiti e movimenti, vecchi e nuovi, non ci sembrano capaci di raccogliere.

Insieme a persone che vengono dall’associazionismo, ad altri che si sono misurati già con la politica, a imprenditori stufi di delegare ad altri una rappresentanza di interessi innovativi sempre negletta, stiamo girando l’Italia in un’operazione che al contempo è di “scouting” (ricerca di cittadini attivi e socialmente responsabili che vogliono impegnarsi in prima persona) e di organizzazione di una forma nuova di politica: che non vuole essere “partito” tradizionale ma campo d’impegno più largo e aperto, che cercherà di utilizzare al meglio le grandi possibilità della rete senza rinunciare mai al “corpo a corpo” sui temi concreti, nelle città e nei territori, che nessun social network potrà mai sostituire.

La legalità è una precondizione, che in Italia troppo spesso manca. Di questo abbiamo parlato con don Ciotti quando siamo andati a trovarlo ad Avigliana. La criminalità organizzata che soffoca territori e libertà di impresa, ma anche una politica che non sa (o non vuole) prendere le distanze da interessi oscuri e illegali. Da qui dobbiamo partire, e anche nella costruzione di Green Italia siamo inflessibili su trasparenza (tutti i conti online) e sull’adozione del codice etico antimafia da parte di tutti gli aderenti. La bellezza è il “patrimonio” più importante di questo paese. Da tutelare innanzitutto contro le aggressioni di abusivismo, cemento, consumo di suolo. Ma anche da saper valorizzare con intelligenza.

Voler bene all’Italia si chiama una bella campagna di Legambiente – quella sui piccoli comuni custodi di tanta di quella bellezza. Ecco, noi vogliamo bene all’Italia, ne siamo orgogliosi e vogliamo combattere i tanti “traditori” interni: dai protagonisti di “Gomorra” a chi pensa di poter produrre senza attenzione alla salute e all’ambiente com’è avvenuto per troppo tempo a Taranto, dai cementificatori delle nostre coste a chi vorrebbe utilizzare il mare per trivellarlo alla ricerca di qualche goccia di petrolio.

La green economy non può essere più né una nicchia, né una “parte”. Green economy è il futuro dell’economia e se non si fanno le scelte conseguenti non solo si perde tempo e si sprecano occasioni, ma non si dà futuro alle nuove generazioni. In molti, in tutti gli schieramenti politici, si riempiono la bocca di “lavoro”, in molti dichiarano di combattere la precarietà, ma nulla di concreto si fa e lo stesso dibattito pubblico non va oltre discussioni, pur importanti ma non certo esaustive, su forme e diritti. Servono invece indicazioni nette e una politica industriale coerente: chimica verde per il rilancio di quel settore che negli anni Sessanta fu al centro del boom economico; rinnovabili ed efficienza per accelerare l’inevitabile uscita dal fossile e attrezzarci prima degli altri nella gigantesca rivoluzione energetica in atto; mobilità nuova per ridare libertà di movimento ai cittadini nelle nostre aree urbane; scelte nette sui rifiuti che privilegiando il recupero di materia diano fiato a un’economia, com’è noto, povera di materie prime. Queste le sfide di Green Italia su cui stiamo trovando grande ascolto, interesse, voglia di protagonismo.”

 

L’intervista di Monica Frassoni

 

L’intervento di Angelo Bonelli

 

L’intervento di Roberto Della Seta