Le Pen vince su Hollande, ma non fa paura ai Verdi

Articolo di Monica Frassoni su Huffington Post – 01/04/14

Non sono sicura che i risultati delle elezioni amministrative in Francia dimostrino necessariamente la preferenza dei francesi per politiche di destra in economia e di estrema destra nei confronti dell’Europa.
Nel 38,4% di astenuti ci sono certo molti elettori socialisti e il voto mi pare anche, e soprattutto, espressione della disillusione nei confronti di un Partito Socialista che, arrivato al potere, non ha mantenuto quasi nessuna delle promesse di cambio radicale, in Francia e in Europa, delle politiche economiche di tagli, privatizzazioni e sostegno a vecchi arnesi come l’industria nucleare.

Elettori disillusi nei confronti di quel partito che ha reso manifesta una drammatica mancanza di visione e di direzione su dove debba andare la Francia nei prossimi decenni. Non è quindi per troppa “gauche” o per candidati locali non convincenti, o da troppo tempo al potere che i socialisti perdono città su città, ma per l’incapacità di rappresentare un’alternativa efficace al modo in cui da sei anni si cerca di rispondere alla crisi economica e sociale che attanaglia l’Europa e, oggi sempre di più, la Francia. Per questo, e non per altro, era stato eletto Hollande. Come ben diceva Le Pen padre, perché fidarsi delle imitazioni? meglio votare l’originale!

Una dimostrazione abbastanza chiara di questa realtà è il fatto che laddove i Verdi di Europe Ecologie les Verts, in qualche caso alleati con la sinistra, si sono presentati da soli, hanno aumentato i consensi e, con una media dell’11%, sono la terza forza politica del paese in queste elezioni municipali.

Il sistema elettorale diverso a ogni scrutinio (come in Italia) rende difficile naturalmente fare confronti, è, però, chiaro a tutti il rischio che alle elezioni europee il Fronte Nazionale di Marine Le Pen emerga come il primo o il secondo partito: ma la battaglia è ancora aperta e vincerà chi riuscirà a mobilitare al massimo i propri sostenitori, come ben hanno dimostrato queste elezioni municipali. Ieri Marine Le Pen imperversava su tutti i canali televisivi continuando a buttare fango sull’euro e su Hollande, senza mai però spiegare che cosa avrebbero fatto i suoi 12 sindaci e in cosa, slogan a parte, le sue politiche sarebbero state vincenti per creare lavoro e prosperità. È questa indeterminatezza che dobbiamo colpire, con le risposte che anche a livello di molte città, da Parigi a Nantes e Grenoble, sono già state messe in cantiere e che hanno ricevuto il sostegno degli elettori francesi, anche di quelli delusi dal proprio Presidente.

Sottolineare la buona affermazione dei Verdi, forza di governo ormai da anni a tutti i livelli, non è quindi solo un dettaglio nella débâcle della “gauche” al potere. Significa individuare una strada per la “riconquista”, che vede nelle elezioni europee del 25 maggio un’occasione da non perdere, non solo in Francia.

In città molto importanti come Parigi (16,4%) e Nantes (14%) (città della lotta all’aeroporto di Nantes – la Torino-Lione dei francesi) i Verdi sono stati fondamentali per il mantenimento della sinistra al potere e hanno visto un incremento chiaro dei voti, anche dopo anni di governo a fianco dei socialisti. A Grenoble la durissima contrapposizione su temi tipicamente ambientalisti, come la qualità dell’aria, tra socialisti da una parte e Verdi e sinistra dall’altra, ha determinato una scelta chiara a favore del candidato ecologista, Eric Piolle, che prende il 40% dei voti al secondo turno, contro il 27% del sindaco uscente socialista Jerome Safar, il quale si era rifiutato di sostenere il vincitore del primo turno, Piolle appunto.

(http://www.leparisien.fr/municipales-2014/ville-par-ville/elections-municipales-a-grenoble-et-si-les-ecolos-prenaient-la-mairie-30-03-2014-3715051.php)

La strada per battere la destra anti-europeista alle elezioni europee è dunque quella di rispondere con politiche chiare e alternative rispetto all’euroconformismo del rigore di destra, ma anche del centro-sinistra “moderato”, e che passano per scelte coraggiose di rottura dell’austerità a tutti i costi; con politiche energetiche e industriali verdi che “producono” nuovi lavori e professionalità; con un atteggiamento non subordinato alla finanza e ai grandi poteri economici e con il rifiuto dell’idea che si possa uscire dalla crisi costruendo nuove frontiere fra europei.