Il si alle trivelle e il no alle pale eoliche è un paradosso tutto italiano

“Sconfortante la fotografia della situazione energetica del nostro Paese, che il governo Renzi vorrebbe a vocazione petrolifera mentre ignora colpevolmente le enormi potenzialità dell’energia rinnovabile del vento. E’ un paradosso purtroppo tutto italiano quello che vede la strada spianata per le trivelle ad alto rischio ambientale al largo delle coste, mentre le innocue pale dell’eolico off shore sono un tabù, per via dell’assenza di adeguati riferimenti normativi che definiscano le regole per le autorizzazioni”.

Così Francesco Ferrante di Green Italia commenta il puntuale dossier di Legambiente “Trivelle SI, Eolico off-shore NO”.

“Contro l’eolico off shore – continua Ferrante –  il campo degli oppositori è variegato e ha gioco facile grazie appunto alle lacunosi  prescrizioni di legge: le Soprintendenze, le stesse nel mirino di Renzi,  sono avversarie dell’eolico a largo delle coste, come alcune frange ambientaliste reazionarie, e governatori di Regioni che si appellano ad una malintesa volontà di proteggere il paesaggio, ma si piegano poi alle volontà delle aziende petrolifere regalando royalties. Per carità, come sempre “anche il bene va fatto bene” e non avrebbero senso impianti troppo vicino alle coste che impattino davvero sulle meraviglie delle coste italiane. Ma nella realtà si blocca tutto “a prescindere” come diceva Totò.  Si bloccano parchi eolici di fronte ad aree industriali come l’Ilva, si rinuncia alla possibilità di produrre 2500 MW di elettricità senza immettere CO2 nell’atmosfera, ma si guarda con favore alle piattaforme petrolifere in nome di una ridicola e del tutto inesistente  autarchia energetica fossile, propagandata da Presidenti del Consiglio in carica e del passato. Si può coniugare l’aumento dell’offerta energetica rinnovabile eolica integrando nel paesaggio i parchi offshore, e si può aumentare l’apporto di elettricità fornita dalle fonti pulite ben oltre il 33% che oggi è già in essere, ma occorrono regole chiare e valide per tutti. Senza quelle – conclude Ferrante –  l’Italia dal punto di vista energetico sarà sempre ostaggio delle lobby dell’industria fossile e dei comitati nimby”.