Ecologia della politica. Legalità e partecipazione

Nessun vero rinnovamento sociale, economico, civile sarà possibile in Italia senza disinquinare la politica, senza ripulirla da corruzioni, abusi di potere, conflitti d’interesse, illegalità favorite o tollerate.

Un vero, credibile green new deal non può essere solo economia: deve utilizzare la stessa chiave ecologica – ecologia come trasparenza dei processi pubblici, ecologia come interdipendenza di tutte le forme di vita associata – per rendere più eque, sostenibili, efficaci le dimensioni pubbliche da cui dipende il benessere delle persone e delle comunità, dalla politica all’organizzazione sociale alla città.

Occorre una robusta ecologia della politica, che ridia dignità e forza ai compiti di rappresentare la volontà dei cittadini e di esercitare le funzioni pubbliche oggi screditati più che mai, e in Italia più che altrove, da una politica e da una pubblica amministrazione che recano stimmate evidenti di arretratezza culturale e di una generale caduta dell’etica pubblica. Una svolta così è indispensabile se si vuole che nella società, nell’economia, nella politica italiane l’interesse generale, il merito e le capacità personali contino di più di affarismi, clientelismi e familismi, ed è l’unico antidoto efficace contro i rischi che si affermino visioni e posizioni populiste, plebiscitarie, cesariste, o peggio ancora che finisca sotto accusa l’idea stessa della rappresentanza democratica.

Per rinnovare la politica servono, com’è ovvio, politici rinnovati – portatori sani di idee contemporanee, di onestà personale, di competenza – e serve aprire sempre di più le forme della partecipazione politica alla cittadinanza attiva, agli strumenti della democrazia diretta, alle possibilità inedite di scambio e condivisione offerte dalle tecnologie della comunicazione e dell’informazione.

L’Italia è assediata da fenomeni di illegalità profonda e diffusa: dall’illegalità criminale delle organizzazioni mafiose, all’illegalità diffusa della corruzione, dell’evasione fiscale o dell’abusivismo edilizio, fino all’illegalità di Stato di una giustizia troppo spesso inefficiente, di un sistema carcerario indegno di un Paese civile o dei tanti conflitti d’interesse tra funzioni pubbliche e interessi privati. Questa condizione è un danno grave per la vita delle persone, per la convivenza sociale, per la stessa vita economica, ed è uno dei grandi ostacoli che impediscono al nostro Paese di evolvere, di modernizzarsi alla stessa velocità del resto d’Europa. Analogamente, vanno rimosse con urgenza le barriere che negano a milioni di cittadini, per motivi di genere, di origine familiare, di orientamento sessuale la possibilità di vedere riconosciuti fondamentali diritti – nel lavoro, nella famiglia, nell’accesso al welfare – e di perseguire pienamente e liberamente i propri progetti di vita. Tali discriminazioni sono non soltanto moralmente inaccettabili, ma rendono l’Italia molto più debole nello sforzo per superare la sua condizione attuale di acuta difficoltà sociale ed economica.

Green Italia considera quindi la difesa della legalità come precondizione indispensabile per ricreare le condizioni di una partecipazione alla politica che vada oltre la semplice protesta.

Una nuova politica partecipata, che individui obiettivi concreti e raggiungibili di cambiamento per ritrovare la dimensione della politica, oltre il semplice esercizio voto come partecipazione attiva a un progetto comune.