Dove c’è Liguria c’è casa. Toti guida il nuovo assalto al territorio

La giunta regionale ligure, guidata da Giovanni Toti (Forza Italia), ha dato il via libera al contestato Piano Casa , che prevede che i Comuni lo adottino all’interno dei loro Piani urbanistici Comunali.

Il commento di Massimo Maugeri (Portavoce Green Italia Liguria) e Annalisa Corrado (Co-portavoce nazionale di Green Italia).

Dove c’è Liguria c’è casa.

Se non fosse un’azione reale, verrebbe da pensare a uno scherzo di cattivo gusto (persino macabro).

Cari legislatori regionali, sapete di avere un territorio dal valore inestimabile, crivellato e reso fragile dalla cementificazione come nessun altro e, contemporaneamente, uno dei parchi più importanti del mondo? Sapete che la Liguria è conosciuta nel mondo per le 5 terre e Portofino? (entrambi aree parco).

Ebbene con un tratto di penna ed una legge beffa, ci confermate:

  1. a) che milioni di turisti non vi interessano;
  2. b) che la bellezza e l’armonia del territorio, il suo bisogno di essere recuperato con interventi anche drastici di messa in sicurezza per la pubblica incolumità, fanno parte di un pensiero di Liguria che non trova spazio nelle sue istituzioni;
  3. c) che sono solo e soltanto lacrime di coccodrillo quelle della politica del dopo alluvione, quando, per un intervallo di tempo contenutissimo, nessuno rivendica le costruzioni a fianco dei fiumi o le costruzioni in aree franose come motori di sviluppo e forieri di lavoro e prosperità.

Anzichè investire sull’edilizia del futuro, anziché consolidare, rendere efficienti energeticamente e mettere in sicurezza gli edifici pubblici rilanciando nuove e stabili forme di edilizia, si decide di aiutare un pugno di palazzinari e speculatori.

Questo equivocato e falso spirito di “innovazione” appare davvero incredibile e inaccettabile in una regione in cui: la crescita è zero, la disoccupazione, unico caso “oltre Po”, è pari alle regioni del meridione, il patrimonio immobiliare sfitto o invenduto è immenso, le banche che detengono questo patrimonio hanno difficoltà di ricollocazione visto anche che il mercato è sostanzialmente moribondo.

Non sono più i tempi di 10.000 euro mq o anche più per una finestra a Portofino.

Si auspicava ad una norma sull’edilizia che disincentivasse fortemente il consumo di suolo, favorisse la messa in sicurezza degli edifici pubblici, promuovesse e sostenesse gli investimenti sull’efficienza energetica (che tagliano le bollette di cittadini ed Enti Pubblici), la salubrità e la sicurezza della propria abitazione (anche attraverso la rimozione dell’eternit)… Una edilizia nuova, insomma, capace davvero di risvegliare con intelligenza e visione un settore dormiente, e di produrre attività stabile e duratura almeno per i prossimi 20 anni.

Lungi dall’implementare urgentemente strategie “resilienti”, che rendano il territorio in grado di assorbire senza collassi eventi meteorologici sempre più improgrammabili e violenti come conseguenza dei cambiamenti climatici (concetto non pervenuto nelle menti del legislatori)… Dopo la nota e dolorosa “Rapallizzazione” dei territori, serenamente ininterrotta fino allo scellerato permesso di portare le costruzioni fino a 3 metri dalle rive dei fiumi della precedente giunta Burlando, dopo le promesse elettorali sul consolidamento contro il dissesto… Arrivare alle costruzioni nei parchi e agli ampliamenti di cubature scriteriati lascia pensare che al peggio non ci sia davvero fine!

La speranza è che il numero di cittadini, di amministratori locali, di aziende sane (che vivono di turismo e del suo indotto, di prodotti di eccellenza, di sostenibilità e di green economy) che hanno capito che queste scelte non sono altro che accanimento terapeutico per rianimare un’economia che ha dimostrato pienamente tutto il suo potenziale fallimentare e suicida, sia cresciuto al punto di fare costituire un fronte comune contro tale scelleratezza.

La Liguria ha già dato! In termini di morti, di danni, di scempi subiti evidenti a tutti. Merita un governo rigoroso e davvero moderno, che esca dall’illusione “bipartisan” del boom degli anni ’60 e che faccia di sostenibilità ed innovazione vera la strategia per uscire dalla crisi più profonda che abbia conosciuto.