Abusivismo, approvato ddl al Senato ma solo dopo rinvio ottenuto da un Pd diviso

La_Repubblica-logoLa Repubblica.it – ROMA –Il presidente dei senatori democratici ha chiesto uno slittamento, motivando la richiesta con la mancanza di unità nel gruppo (poi ritrovata). Alla fine il provvedimento, malgrado i malumori ambientalisti, ha ottenuto il via libera

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Se quella scoppiata sulla riforma elettorale rischia di essere la madre di tutte le divisioni, non è che sugli altri temi nel Pd regni la più totale armonia. Oggi, ad esempio, il presidente dei senatori democratici Luigi Zanda si è visto costretto a chiedere di sospendere il voto finale sul ddl Falanga sull’abusivismo edilizio. Un provvedimento che gli ambientalisti attaccano duramente, definendolo un condono mascherato. Ma che alla fine il Pd ha deciso di approvare compattamente, permettendo a Palazzo Madama di dare il via libera con 189 “si”, 61″no” e 7 astenuti a un testo (ora al vaglio della Camera) che indica dei criteri di priorità per procedere agli abbattimenti dei manufatti abusivi.

La presidente ha preso quindi atto del “venir meno di un’intesa informale” e ha annunciato il rinvio del voto all’inizio della ripresa della seduta dell’Aula, nel pomeriggio. Nel frattempo, grazie ad una riunione di gruppo convocata da Zanda, il Pd ha recuparato la sua unità, esprimendosi poi compattamente a favore del ddl, negando qualsiasi cedimento sul fronte della legalità. “Al fine di fare chiarezza sulle molte inesattezze che hanno generato polemiche non fondate – si legge in una nota dei senatori democratici – è bene sottolineare che il provvedimento approvato dal Senato disciplina i criteri di priorità che i pubblici ministeri adottano per l’esecuzione delle procedure di demolizione di opere abusive. Tra queste è chiaramente contemplato alla lettera g) del testo la demolizione delle seconde case o case di vacanza. E’ quindi del tutto infondata la posizione di coloro che sostengono che questi criteri possano favorire differimenti nell’abbattimento delle seconde case, confondendo le proprietà immobiliari con le soluzioni abitative, citate invece alla lettera i), che ovviamente hanno la loro temporaneità. Tra l’altro, i criteri adottati per l’abbattimento degli immobili abusivi sono quelli già indicati e utilizzati dalle Procure della Repubblica della Campania, criteri che sono stati recepiti dal Senato, senza il vincolo della rigidità”.

Decisamente contraria al provvedimento sull’abusivismo rimane invece Sel. “Sembrano già dimenticate frane e alluvioni che hanno devastato il nostro Paese: nel Ddl Falanga, dietro un titolo fuorviante, che mira ad abbattere gli immobili abusivi nella Regione Campania, si cela in realtà l’ennesimo condono edilizio, volto a perpetrare l’abusivismo. Per questo opponiamo il nostro inamovibile no”, dichiarano in una nota congiunta i senatori di Sinistra Ecologia Libertà, Loredana De Petris, presidente Gruppo misto-SEL e Massimo Cervellini, vicepresidente Commissione Lavori pubblici.

E parlano di condono mascherato anche gli esponenti di Green Italia Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. “Va fermato con ogni mezzo – denunciano – il disegno di legge oggi in discussione al Senato pensato per salvare migliaia di immobili abusivi in Campania e che impedirebbe alla magistratura di eseguire centinaia di ordinanze di demolizione di manufatti illegali e che di fatto fermerebbe la demolizione degli abusi in tutta Italia”. “Approvare questa legge, mettere uno stop alle ordinanze di demolizione già decise dalla magistratura – aggiungono – equivarrebbe a un ennesimo segnale di via libera per chi da decenni costruisce illegalmente truffando il fisco e rovinando la bellezza italiana.”

Zanda in tarda mattinata aveva motivato l’istanza a Linda Lanzillotta, presidente di turno, con la “necessità di un confronto interno al gruppo”. Secondo quanto trapela, ci sarebbero state tensioni non solo per quanto riguarda il contenuto del provvedimento – che non convince completamente tutte le varie anime del partito, soprattutto quelle più vicine all’ambientalismo – ma anche per ragioni più interne.